La gioia e il sollievo: sono i sentimenti vissuti la scorsa notte quando i soccorritori sono riusciti a trarre in salvo due persone dalla Costa Concordia, la nave della Costa Crociere affondata ieri davanti all’isola del Giglio dopo aver urtato contro uno scoglio. Gioia per i due sudcoreani che erano imprigionati all’interno della cabina che occupavano per il loro viaggio di nozze: la felicità è però durata solo un attimo, visto che per trovare gli altri 17 dispersi è ormai lotta contro il tempo.
Un’altra persona è stata individuata questa mattina sul ponte numero 3: le operazioni di recupero però si sono rivelate più complicate del previsto. L’uomo è il capo commissario di bordo Manrico Giampedroni: ha riportato una frattura a una gamba ed è per questo che la sua estrazione dalla nave è stata più difficile del previsto. Giampedroni era imprigionato in una zona della nave che si trova al livello del mare ed è in parte allagata: i soccorritori sono però riusciti a completare il suo salvataggio.
Il numero delle persone che mancano all’appello è ancora provvisorio, visto che continuano a essere rintracciati altri passeggeri della Costa Concordia, come affermato anche dal presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi: “Verifiche incrociate stanno riducendo il numero delle persone disperse – ha dichiarato il governatore Toscano -. Nell’ultima riunione mi hanno comunicato che all’appello mancherebbero 11 passeggeri e 6 membri dell’equipaggio“. Al momento le vittime accertate sono tre: due turisti francesi, Francis Serve e Jean-Pierre Micheaud, e un marinaio peruviano, Thomas Alberto Costiglia. Il procuratore capo di Grosseto Francesco Verusio lascia però trapelare un certo pessimismo sulla possibilità che il numero di vittime possa salire: “Abbiamo gravi sospetti per altre cinque o sei persone”.
Mentre la Procura ha disposto lo stato di fermo per il comandante Francesco Schettino non si placano le polemiche sulle cause che hanno portato al grave incidente: sembra, infatti, che il passaggio sottocosta della Costa Concordia fosse una “tradizione”. Lo si può dedurre dalla mail inviata dal sindaco dell’isola del Giglio, Sergio Ortelli, all’allora capitano della nave Massimo Callisto Garbarino: “Non potevo esimermi dall’inviarLe un messaggio di compiacimento a nome di tutta la nostra comunità” si legge nella missiva, che poi prosegue: “Uno spettacolo unico nel suo genere, diventato un’irrinunciabile tradizione”.