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Voto Cosentino, radicali determinanti per no all’arresto

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Giuseppe Timpone

Alla fine Nicola Cosentino, deputato del PDL e coordinatore regionale del partito, ce l’ha fatta. Hanno votato contro la richiesta del suo arresto 309 deputati, a favore 298. Una decina di voti ha salvato l’onorevole campano, che altrimenti sarebbe andato in carcere per richiesta della Procura di Napoli, che lo considera un referente della criminalità. Ma non c’è stato il bis di Papa, l’altro deputato azzurro finito in carcere dopo il voto di ottobre e che ieri era presente in Aula, dove ha votato contro l’arresto. Ma i numeri hanno oggi anche una valenza politica, perché a leggerli suggeriscono qualcosa di estremamente interessante.

Anzitutto, il dato che risalta maggiormente è che il voto dei sei deputati radicali sarebbe stato determinante. Infatti i pannelliani avevano annunciato, in linea con il loro garantismo, di votare contro e questo avrebbe determinato il risultato finale.

Se, infatti, tutti e sei i radicali avessero votato in favore dell’arresto, i favorevoli sarebbero stati 304 e i contrari 303. Cosentino sarebbe andato in carcere. Pertanto, anche sul web si scatena la polemica, che vede numerosi elettori del centro-sinistra contestare la decisione di Pannella. Eloquente il messaggio sulla bacheca Facebook di Marco Pannella da parte di un  elettore infuriato: “Marco, speriamo che farai uno sciopero della fame così lungo che muori”.

Ma comunque la si vede, il voto di ieri ci dice tante cose interessanti sull’attuale situazione politica. In primis, che la Lega è divisa. Si parla di almeno una decina di deputati del Carroccio che avrebbero salvato Cosentino, contravvenendo alla linea giustizialista di Maroni, seppure vi fosse libertà di coscienza, garantita dal leader Umberto Bossi.

Ma siamo sicuri che non ci siano stati altri voti contrari anche nel PD o nell’UDC? Nessuno può dirlo. La votazione era a scrutinio segreto, come è giusto in questi casi. Di certo, sappiamo che sono stati sconfitti politicamente il segretario del PD, Pierluigi Bersani, e il leader dell’UDC, Pierferdinando Casini.

L’unico vincitore politico della giornata di ieri (Cosentino a parte)  è stato Silvio Berlusconi, che si era approcciato al voto timoroso che le porte del carcere si spalancassero per il suo deputato.

Ne beneficerà, forse, l’alleanza tra PDL e Lega, che sarebbe certamente andata più in crisi, nel caso in cui il Carroccio avesse contribuito a fare arrestare Cosentino.

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Giuseppe Timpone