La consueta riunione mensile del board della BCE ha deciso di lasciare invariati i tassi di riferimento, rispetto al livello deciso a dicembre. Pertanto, dopo due tagli consecutivi dello 0,25% ciascuno, i tassi stavolta restano all’1%. Lo ha comunicato la stessa Eurotower, che ha rimarcato come la maxi-iniezione di liquidità che è stata messa a disposizione delle banche stia dando i suoi frutti, stabilizzando il mercato.
Confermati anche i tassi dello 0,25% e dell’1,75%, rispettivamente per i depositi e per i prestiti overnight. D’altronde, nelle ultime settimane, malgrado i tassi quasi nulli, le banche continuano a depositare livelli record di liquidità, nonostante sul mercato i tassi interbancari siano molto più alti, a conferma della fase eccezionale che stiamo vivendo.
La decisione sui tassi conferma quanto avevano ampiamente previsto gli analisti, che la scorsa settimana si erano pronunciati a stragrande maggioranza per tassi costanti all’1% (56 su 66 intervistati).
Secondo le analisi di Francoforte, ancora nei prossimi mesi il livello di inflazione si terrà nell’Eurozona sopra il 2%, mentre nei mesi successivi dovrebbe scendere al di sotto di tale soglia. Il 25 rappresenta l’inflazione-limite, che la BCE ha fissato e al di sopra della quale l’economia non dovrebbe stare.
La pressione sui prezzi dovrebbe allentarsi, a causa del rallentamento della crescita, gravata dalla crisi del debito e per effetto di una domanda debole. Questo dovrebbe comportare anche una pressione modesta sui salari, mentre i prezzi dovrebbero crescere in linea con l’obiettivo della stabilità dei prezzi.
Quella di oggi è stata la terza riunione presieduta dal governatore Mario Draghi, che ha esordito con un taglio di 25 punti base a novembre e un altro della stessa entità il mese successivo, portando i tassi ai livelli minimi, già registratisi tra maggio 2009 e aprile 2010.