In Formula 1 c’è sempre meno spazio per i giovani emergenti e la situazione è ancora più difficile per i piloti italiani. Negli ultimi 10 anni il massimo più alto nel numero di piloti nostrani nella massima competizione sportiva automobilistica è stato di 3: Trulli, Fisichella e Liuzzi.
Il pilota romano è fuori dai giochi da qualche anno, Liuzzi ha perso il suo posto in HRT e l’unico pilota rimasto per il momento è Jarno Trulli che, comunque deve faticare molto per mantenere un posto alla Caterham (ex team Lotus), una scuderia di ben poche pretese.
La situazione non è affatto facile e a questo riguardo è interessante il commento della situazione che fa Giancarlo Minardi nel sito ufficiale del team di Faenza che, potete trovare qui.
Il manager faentino avrebbe espresso perplessità per il fatto che “i budgets necessari non sono reperibili sul mercato e i piloti italiani non sono supportati da case automobilistiche che investono nel Motorsport, come invece fanno Mercedes, BMW, Audi o Porsche che, oltre a partecipare attivamente nelle diverse categorie, si appoggiano a driver provenienti dal loro vivaio”.
Effettivamente anche la Ferrari con il suo programma Academy non sta dando spazio a piloti italiani che, secondo Giancarlo Minardi, in quanto a talento “non sono certamente inferiori ai colleghi d’oltre confine“. Occorre quindi rilanciare l’automobilismo italiano e investire sui giovani piloti nostrani.
Ma questo è un problema che dovrebbe coinvolgere soprattutto team come la Ferrari che non sta dando molte possibilità ai piloti italiani. E dove una volta c’era la Minardi, ora c’è la Toro Rosso che è diventata la scuderia di lancio dei giovani piloti della Red Bull.