Sono numeri da capogiro quelle che afferiscono al caso di cronaca giudiziaria che riguarda l’omicidio della quindicenne di Avetrana Sarah Scazzi. Inizia oggi il processo contro i nove imputati a vario titolo, tra cui la zia Cosima Serrano e la cugina Sabrina Misseri, accusate di omicidio volontario, sequestro di persona e soppressione di cadavere. Sono 250 i testimoni che verranno ascoltati, tra cui molti vicini di casa e il noto fioraio che il giorno dell’omicidio avrebbe visto Cosima strattonare per strada Sarah, per costringerla a salire sull’auto. L’uomo raccontò agli inquirenti che il suo era stato un sogno, ma la Procura ritiene che si tratti di una scena reale e per questo anch’egli è ora sotto accusa per false dichiarazioni.
Sono accreditati a seguire il processo decine di testate giornalistiche, tra stampa locale, nazionale e straniera. Presso i corridoi della Corte di Assise di Taranto sono stati allestiti due maxi-schermi per consentire all’elevato numero di giornalisti di seguire l’andamento del processo in Aula.
Sarah Scazzi scomparve nel primo pomeriggio del 26 agosto del 2010. Fu considerata scomparsa per 40 giorni, quando lo zio Michele Misseri indicò ai Carabinieri di Avetrana il luogo in cui aveva occultato il corpo, addossandosi la responsabilità dell’omicidio e auto-accusandosi anche di vilipendio di cadavere per un presunto stupro post-mortem mai accertato. Due settimane dopo, era la figlia Sabrina a finire in carcere con l’accusa di omicidio volontario, sequestro di persona e occultamento di cadavere e con il passare delle settimane, la posizione di zio Michele si è di molto alleggerita, essendo ora indagato solo per soppressione di cadavere ed escluso dalla Procura dalla scena del delitto.
A maggio è stato il turno di Cosima Serrano, su cui da mesi pendevano grossi sospetti da parte degli inquirenti, che la considerano la vera regia dell’operazione.
In questo processo, Michele Misseri sarà ascoltato come teste, ma non più dell’accusa. L’uomo ha fornito almeno una decina di versioni diverse sull’accaduto, prima accusandosi, poi addossando la responsabilità alla figlia Sabrina e negli ultimi mesi ritrattando varie volte. Adesso l’uomo è ritenuto inattendibile.
La Corte d’Assise è presieduta dal giudice Cesarina Trunfio e composta dal giudice a latere Fulvia Misserini più altri sei giudici popolari.