Mancano solo tre mesi alle elezioni presidenziali francesi, il cui primo turno si terrà in data 22 aprile e il ballottaggio il 6 maggio. Il presidente Nicolas Sarkozy non ha ancora comunicato se correrà per l’Eliseo, ma gli osservatori politici sostengono proprio di sì. E mentre le settimane scorrono inesorabili, i sondaggi continuano ad essere sempre meno favorevoli al candidato socialista François Hollande, che pure partiva ultra-favorito dalle primarie di ottobre. Sembrano davvero lontani i tempi in cui si pronosticava un 35% per lui al primo turno e, addirittura, un 65% al ballottaggio contro l’attuale inquilino dell’Eliseo.
L’ultimo sondaggio Ipo fornisce percentuali molto diverse da quelle di un paio di mesi fa. In caso di corsa per l’Eliseo, Sarkozy sarebbe al 26% al primo turno, mentre Hollande sarebbe al 28%.
Rispetto a dicembre, il primo cresce di due punti, mentre Hollande di solo mezzo punto. Il risultato è un forte avvicinamento tra i due, come viene confermato anche dai sondaggi sul ballottaggio, che vede ancora in testa il candidato socialista, con il 54% dei consensi, contro il 46% per Sarkozy. Un mese fa, tuttavia, le percentuali erano del 57% contro il 43%. Ad essere sinceri, pare che Hollande abbia dissipato il patrimonio di consensi di cui pareva godere fino a solo pochissimo tempo fa.
Cosa starebbe spingendo, dunque, i francesi a tornare a votare Sarkozy, dopo un anno orribile per i risultati elettorali della destra transalpina? Sembra evidente che la strategia del presidente di apparire affaccendato nelle questioni internazionali, soprattutto per risolvere la crisi drammatica dell’Europa, stia pagando.
Certo, che poi Sarkozy sia una forte concausa della crisi europea e delle istituzioni di Bruxelles è tutto un altro discorso. Dal punto di vista del cittadino francese, si dà una mossa e questo conta parecchio. Specie se dall’altra parte c’è un candidato che non brilla per vivacità, tanto da essere stato definito “moscio” e “lento” dalla stessa dirigenza del Partito Socialista.
Un’occasione storica per la “gauche”, che da mesi ritiene l’Eliseo a portata di mano, dopo 17 anni dall’addio dell’unico socialista ad essere stato presidente nella storia della Quinta Repubblica, François Mitterand. E pare che, invece, queste chances di vittoria si siano ridimensionate e pure di molto.