Un’impiegata 34enne, Valeria Lembo, è morta a causa di una dose sbagliata di farmaco chemioterapico somministratole dai medici del Policlinico di Palermo. L’inchiesta interna aperta dal Policlinico ha indagato sull’operato di tre medici e due infermieri, accusati di omicidio colposo, che riceveranno a giorni i provvedimenti disciplinari da parte dell’azienda ospedaliera. Inoltre la Procura ha aperto un’indagine sul caso. I cinque indagati sono: il primario di oncologia medica, Sergio Palmeri; il medico Laura Di Noto e lo specializzando Alberto Bongiovanni; l’infermiera Clotilde Guarnaccia e Annamaria D’Anna, un operatore sanitario.
A Valeria era stato diagnosticato un linfoma di Hodgkin in forma non grave, ma dalle indagini è emerso che le è stato somministrato un farmaco in dose dieci volte superiore al normale. La sostanza era la Vinblastina: anzichè 9 milligrammi, ne sono stati somministrati 90. Secondo le prime ricostruzioni, lo zero in più non è stato il risultato di un calcolo sbagliato, ma di un errore di battitura al computer. I genitori di Valeria raccontano che lei stessa, ormai al quarto ciclo chemioterapico, si fosse accorta dell’irregolarità e lo avesse segnalato per tempo all’infermiera, che le aveva risposto che era tutto regolare. Subito dopo la seduta, Valeria aveva accusato forti dolori addominali seguiti da vomito. I genitori erano preoccupati, ma i medici non hanno deciso di visitare Valeria, dicendo ai genitori che si trattava solo di una gastrite. Rosa Maria D’Amico, madre di Valeria, ha dichiarato: “Quando è arrivata a casa i medici ci hanno chiamati per sapere come stava e il giorno dopo hanno detto che Valeria aveva solo una gastrite. Se avessero ammesso subito l’errore, forse mia figlia sarebbe ancora qui”.
L’indagine, guidata dal procuratore aggiunto Maurizio Scalia, va avanti. Il Procuratore ascolterà nelle prossime ora il primario Palmeri e l’infermiera Guarnaccia. Il Policlinico intanto continua a sentire il personale presente la mattina in cui è avvenuto il fatto. Fino ad ora, pare che a prescrivere la dose sia stata la specializzanda Laura Di Noto, ma il timbro nella cartella clinica è di un altro specializzando, Alberto Bongiovanni. A quanto pare, l’infermiera che doveva somministrare il farmaco aveva fatto notare alla dottoressa Di Noto che la quantità era spropositata rispetto alla norma, ma la dottoressa avrebbe ordinato all’infermiera di continuare. La stessa Di Noto, sentita dai vertici del Policlinico, ha smentito che tutto questo sia accaduto.
Intanto ieri si sono svolti i funerali di Valeria Lembo. Molte persone sono accorse a commemorare la morte della donna, da poco madre di un bambino di soli sette mesi.