Scoppia lo scandalo degli iscritti falsi al Pdl, negli elenchi anche politici avversi

Non sono passati nemmeno due mesi dai roboanti annunci che il Popolo della Libertà aveva raggiunto l’invidiabile numero di ben 1 milione di tesserati su tutto il territorio nazionale. Annunci che in verità avevano fatto storcere il naso a molti osservatori, che rilevavano come fosse perlomeno strano che un partito in caduta libera nei sondaggi fosse così ben radicato nel territorio, e che in ogni caso non portarono fortuna all’ultimo governo Berlusconi, che di lì a poco concluse in modo rocambolesco la sua esperienza.

A proiettare l’ombra del sospetto arriva ora però qualcosa di molto concreto, uno scandalo che parte da una inchiesta della Procura di Vicenza a seguito di un esposto anonimo e molto dettagliato, finito nelle mani degli inquirenti poco prima delle festività natalizie. Nella denuncia si esplicitava come dei sedicimila tesserati del vicentino, in molti fossero stati iscritti “d’ufficio” al partito, senza nemmeno saperlo.

In particolare si citava una lista di aderenti ad una associazione venatoria locale, che in queste ore vengono ascoltati dalla polizia, e che pare proprio non sappiano come siano finiti negli elenchi del partito e starebbero valutando a loro volta di sporgere querela per scoprire i responsabili della situazione. Ma se i cacciatori si son ritrovati “prede”, la vera e propria “frittata” è stata fatta quando nei tesserati sono stati “scoperti” addirittura funzionari politici di altri partiti, come il leghista Claudio Savegnago che ha raccontato al Giornale di Vicenza di aver scoperto il proprio “passaggio” alle fila del partito guidato da Angelino Alfano solo grazie ad una telefonata di congratulazioni di un dirigente del Pdl e per nulla compiaciuto annuncia deciso delle azioni legali: “All’inizio sono caduto dalle nuvole, pensavo scherzasse, poi ho scoperto la verità. Ma con me sono cascati male, questa è una scorrettezza, anzi un falso inaccettabile“. Che dire poi di altri personaggi, provenienti addirittura da partiti attualmente avversi a quello di Silvio Berlusconi, come il finiano Giorgio Conte, che anche dal sito “GenerazioneItalia” non fa mancare la sua giusta ironia per la situazione: “Un grande partito e’ travolto dal ridicolo con finta partecipazione e politica in mano a capi bastone, che applicano le loro regole degli “elenchi telefonici”, è una tragicomica vicenda che dimostra l’assenza di moralita’, etica, democrazia e rispetto delle regole“.

Intanto, mentre i responsabili locali del Pdl sono sulla graticola mediatica, in attesa che le indagini diano qualche risposta, arriva anche il rabbioso sfogo di Giancarlo Galan. Invitato a commentare l’accaduto, l’ex ministro ed ex governatore del Veneto non fa sconti a nessuno, parlando di “un esempio osceno di politica” che lo “indigna” profondamente, ma allo stesso tempo dichiara di non provare meraviglia: “Un po’ di tempo fa, quando qualcuno mi chiese un commento a proposito del boom d’iscrizioni al partito verificatosi nel Vicentino, risposi con due affermazioni: dissi in primis che mi faceva piacere e poi aggiunsi: “Speriamo che tutti sappiano di essersi iscritti”.

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