Blitz preciso e ponderato quello della Finanza a Cortina, proprio il 30 dicembre: registrato un giro d’affari in aumento rispetto allo scorso anno. Infatti, anzichè i protagonisti del cinepanettone, quest’anno a Cortina ci è andata l’Agenzia delle Entrate, che ha sguinzagliato ben 80 agenti per controllare 35 esercizi commerciali, su circa 1000 in totale presenti a Cortina d’Ampezzo. Si tratta di alberghi, bar, ristoranti, gioiellerie, boutique, saloni di bellezza e così via.
Facendo una stima con lo stesso giorno durante l’anno scoroso, quindi il 30 dicembre 2010, i risultati ottenuti dall’Agenzia delle Entrate sono incredibili: gli incassi dei ristoranti sono aumentati del 300% rispetto allo scorso anno, i titolari di negozi che vendono beni di lusso sono arrivati a guadagnare il 400% in più rispetto al 2010. La “punta di diamante” dell’indagine è stato un commerciante, che aveva venduto beni di lusso per un totale di 1,6 milioni di euro senza nemmeno uno scontrino rilasciato.
Dati altrettanto rilevanti sono quelli che riguardano le auto: i segugi della Finanza hanno effettuato dei controlli incrociati fra le targhe di Suv e supermacchine costose e il codice fiscale degli intestatari. Su 251 macchine controllate, 133 sono risultate appartenenti a persone fisiche: di queste, 42 sono quasi indigenti, ed hanno compilato una dichiarazione dei redditi nel 2009 e nel 2010 pari a 30mila euro lordi; altre 16 auto risultano appartenere a contribuenti che dichiarano meno di 50mila euro lordi all’anno. Le altre 118 autovetture, sulle 251 prese in esame, appartengono a delle società. Considerando come riferimento gli anni 2009 e 2010, 19 società hanno dichiarato di essere in perdita e 37 società hanno ottenuto ricavi inferiori a 50mila euro. Insomma, su 251 auto di lusso, solo 75 persone fisiche e 62 società pare potessero permettersene una.
A questo punto l’indagine dovrebbe aver fatto storcere il naso a molti: pensare di potersi permettere una supermacchina e un soggiorno a Cortina con dei guadagni del genere è fantascienza. L’Agenzia delle Entrate ha scritto: «L’operazione fa parte della normale attività di presidio del territorio. L’esperienza e la professionalità dei funzionari è tale per cui il controllo è stato effettuato con il minimo intralcio allo svolgimento dell’attività commerciale». Da quello che risulta, pare che alcuni agenti siano stati scambiati per commessi: paradossalmente, anzichè interferire con l’attività commerciale, sembra che l’abbiano addirittura agevolata.
Altri risultati verranno fuori dall’indagine svolta. E’ chiaro però che, concentrandosi su questi medi e grandi evasori, tramite indagini ben congegnate, si ottengano risultati più importanti rispetto a quelli dati dall’eccessivo rigore dimostrato dall’Agenzia delle Entrate verso i piccoli evasori, quelli che guadagnano poco (per davvero però).