Una brutta vigilia per Unicredit, che stamattina ha diffuso un comunicato del proprio cda, con cui diffondeva il prezzo di emissione delle nuove azioni, conseguenza dell’aumento di capitale per 7,5 miliardi, a partire dal prossimo 9 gennaio. Ciascuna nuova azione delle 3,859 miliardi circa che saranno collocate sul mercato sarà emessa a un prezzo di 1,943 euro, ossia il 43% in meno del suo valore Terp (rispetto al dato di chiusura del 3 gennaio).
La reazione non è stata entusiasmante, dato che il titolo è stato colpito da vendite, tali da avere reso necessaria la momentanea sospensione per eccesso di ribasso, dopo che aveva perso quasi il 9% teorico.
In effetti, fino a ieri si parlava di uno sconto sul prezzo delle azioni di circa il 35%. Per questo, molti azionisti attuali potrebbero trovare conveniente vendere ora e acquistare a prezzi scontati le nuove azioni.
Ieri, l’annuncio che la Blackrock, il fondo americano d’investimento, era passato dal 4,2% di Unicredit all’1,71%, non è stata una bella notizia per gli analisti, che intravedono in quest’atto un possibile segnale di sfiducia verso l’intera operazione o, addirittura, verso il sistema Paese.
Ciò che sappiamo è che i soci attuali della banca si sarebbero già impegnati per una sottoscrizione complessiva del 24% delle nuove azioni. I diritti potranno essere negoziati a Piazza Affari dal 12 al 27 gennaio 2012. Stesse date per la Borsa di Varsavia.
Le nuove azioni, invece, potranno essere negoziate dal 9 gennaio al 27 gennaio in Italia, Germania e Austria e dal 12 al 27 gennaio in Polonia.
Alcuni azionisti, come la Fondazione Cariverona e Manodori non parteciperanno per l’intera quota, il che implica una diluizione del loro capitale attuale.