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Juventus, si fa la fila per esprimere il proprio entusiasmo

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Ferdinando Sonnessa

La  ha iniziato alla grande in quest’inizio di stagione e questo è sotto gli occhi di tutti. Artefice principale del ritorno sui grandi livelli bianconeri è stato l’allenatore Antonio Conte il quale innanzitutto ha saputo trasmettere carattere, determinazione e attaccamento alla maglia ai suoi giocatori ed inoltre ha dimostrato di potersi giocare le sue  carte in modo molto intelligente e versatile (dal punto di vista tattico s’intende, ndr.).

Nell’ambiente bianconero si respira aria di serenità e tranquillità ma c’è anche un clima di attesa e d’immensa voglia di vincere. Alla Juve, come sottolineato nel titolo di quest’articolo, si fa la fila per esprimere il proprio entusiasmo. Capiamo il perchè nelle dichiarazioni di seguito.

 Vucinic effettivamente ha recentemente detto: “Abbiamo una voglia che si può trovare in poche altre squadre. Voglia di migliorare e lavorare. E infatti non ho mai lavorato così tanto. Cos’ha il Milan più di noi? Lo scudetto dello scorso anno. Parte avvantaggiato per quello”. 

Una grandissima voglia di vincere per il montenegrino che ha proseguito dicendo: “Nel 2012 voglio vincere. A livello personale spero di affermarmi a livello europeo e quando sento il mister che dice che posso fare la differenza fa piacere. Forse dovrei segnare di più, perché per ora ho fatto solo due gol. Mi metto più a disposizione della squadra rispetto agli altri anni e sono comunque soddisfatto di me stesso. E poi siamo primi in classifica ed è questo che conta, non quanto segno io, perché siamo in undici e ci sacrifichiamo uno per l’altro. La cosa più importante è che la squadra continui su questa strada”.

Parole di grande entusiasmo ma al tempo stesso anche di razionalità per il mister della squadra, Antonio Conte“Lotta col Milan? La classifica di dicembre non conta. Semmai dovesse concretizzarsi questa possibilità, dovremmo esserne orgogliosi. A giugno vedremo. Dobbiamo ricordare da dove veniamo. Se lottassimo con il Milan fino alla fine, avremmo fatto qualcosa di grande”.

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Ferdinando Sonnessa