Sparatoria in strada ieri sera intorno alle 20.30 nella località termale di Tivoli (Roma). Vittima dell’agguato, definito dagli inquirenti “più una mezza esecuzione che un avvertimento”, Francesco Bianco, 51enne, residente a Guidonia e noto per il suo passato da militante nell’estrema destra, Nar e Forza Nuova, nonché per essere stato uno degli assunti all’Atac dello scandalo della cosiddetta Parentopoli romana. Bianco, che non è in pericolo di vita, è stato raggiunto da tre colpi di pistola alla gamba e alla mano destra; ferito ma ancora cosciente avrebbe lui stesso gridato ai passanti di chiamare un’ambulanza, a bordo della quale è stato trasportato all’ospedale di Tivoli dove è tuttora ricoverato in prognosi riservata.
Al momento dell’aggressione, Bianco stava uscendo da un bar, quando un uomo – descritto dai testimoni “di mezza età” – con il casco, appena sceso da uno scooter TMax senza targa, guidato da un complice, lo ha inseguito e gli ha esploso contro i proiettili che lo hanno gambizzato. Il malvivente è poi rimontato in sella allo scooter per darsi alla fuga insieme al complice alla guida.
Agguato politico o regolamento di conti? Gli inquirenti non escludono alcuna pista, nemmeno moventi legati alla usa vita privata, anche perché Bianco non è esattamente persona che possa definirsi “un tipo tranquillo” e molti sono i processi nei quali è stato imputato per rapina, aggressione, omicidio e tentato omicidio. Sospeso per tre mesi dall’azienda in via cautelativa per utilizzo improprio dei sistemi informatici aziendali e comportamento non conforme e poi reintegrato, aveva postato su Facebook espressioni offensive e frasi razziste nei riguardi del presidente della comunità ebraica di Roma, Riccardo Pacifici;nel dicembre 2010, in occasione dei cortei studenteschi che sfilavano in protesta sotto la rimessa e gli uffici amministrativi dell’Atac, Il Messaggero riportò un’intera conversazione dalla pagina della sua bacheca in cui, con altri interlocutori, proponeva soluzioni drastiche punitive contro i manifestanti, dall’olio alla pece bollente, passando per due colpi di mortaio. Qualche altra battuta poco lusinghiera l’aveva riservata all’allora Ministro dell’istruzione Mariastella Gelmnini.
Insomma, non si può dire che non si fosse fatto dei nemici, motivo per il quale le indagini proseguono a 360 gradi: “Pensiamo che l’agguato sia da ricondurre a contrasti tra Bianco con altre persone”, il commento del comandante provinciale dei carabinieri di Roma Maurizio Detalmo Mezzavilla.