Lotta alla precarietà: questa è la principale preoccupazione del Governo Monti sul fronte del mercato del lavoro. La riforma che dovrà essere messa in atto nei primi mesi del prossimo anno (si parla di aprile come data limite) punterà alla riduzione dei contratti atipici, ma soprattutto all’aumento del tasso di occupazione come è chiesto con insistenza dall’Unione Europea. Attualmente in Italia gli occupati sono il 56,9%, cifra inferiore alla media continentale (64,1%) e alla percentuale di occupati che presentano le grandi potenze europee: la Germania è oltre il 70% (71,1%), il il Regno Unito è al 69,5% e la Francia al 63,8%.
Per mettere mano al mondo del lavoro, il Governo Monti dovrà però trovare il sostegno delle parti sociali e cercare di arrivare a un accordo con i sindacati: proprio per questo nelle parole del presidente del Consiglio sulla riforma del mercato del lavoro non ha trovato posto l’articolo 18, tema su cui le sigle sindacali sono molto sensibili. Ma è proprio una sospensione del divieto dei licenziamenti senza giusta causa l’idea a cui starebbe pensando il ministro Fornero: l’ipotesi è quella di dare vita a un contratto unico a tempo indeterminato, con l’allungamento del periodo di prova dagli attuali tre mesi a tre anni.
Durante questi tre anni le aziende avrebbero la facoltà di licenziare per motivi economici, prevedendo un cospicuo risarcimento per il lavoratore. Un modo per coniugare una riduzione della precarietà (sarebbero così aboliti tutta la miriade di contratti atipici ora esistenti che interessano soprattutto i giovani) a una facilitazione per le imprese. Ovviamente l’attenzione è puntata molto sui giovani: il ministro Fornero pensa anche all’introduzione di un reddito minimo garantito per i giovani che perderanno il lavoro, unito ovviamente a strumenti di formazione e ricollocamento. I nuovi ammortizzatori sociali dovranno essere incentrati sulla flexicurity, modello che piace al premier Monti, e non saranno più semplice assistenza ma mezzi di politica attiva del lavoro.
Al momento sono solo idee che il governo proporrà con cautela alle parti sociali: l’esecutivo non ha la voglia, nè la possibilità, di andare al muro contro muro con i sindacati. Per questo negli incontri che ci saranno a partire dalla metà di gennaio, la Fornero ascolterà tutti i suggerimenti che le arriveranno, con la necessità però di fare in fretta: ad aprile l’Europa aspetta il piano nazionale di riforme.