Per festeggiare l’arrivo del nuovo anno, noi italiani spenderemo 2,4 miliardi di euro, il 12% in meno sul 2010. E’ quanto calcola Coldiretti, che parla di una riscoperta della cucina locale e tradizionale e il progressivo abbandono delle pietanze esterofile. Ma cambiano, forse anche complice la crisi, le usanze degli italiani e dei giovani sul tipo di festeggiamenti preferiti.
Ci saranno più banchetti in famiglia e meno ristoranti per dare l’addio al 2011, mentre tiene solo l’agriturismo, dove dovrebbero trascorrere la serata almeno 400 mila persone, con un trend crescente tra i giovani, che pare preferiscano sempre meno il chiasso festoso delle piazze o dei locali, che si trasformano in disco assordanti.
Saranno 80 milioni di bottiglie di spumante che alla fine dell’anno saranno stappate in Italia, così come verranno mangiati 5,5 milioni di chilogrammi di cotechino.
Ogni regione cucinerà pietanze tipiche del luogo, spaziando da un ritorno sulle tavole del Nord della polenta, agli immancabili tortellini in Emilia Romagna, mentre al Sud prevale lo spaghetto. Ma dal Nord al Sud i pandoro e i panettoni sono una tradizione irrinunciabile. Le cifre ci dicono che ne verranno aperti ben cento milioni.
E se quasi ogni anno siamo stati abituati a parlare del caro-cenone, pare che quest’anno (ma non sarebbe la prima volta), i ristoranti abbiano invariati i prezzi dei cenoni, per attirare clientela, in un periodo in cui si rischia di non riempire i locali.
E una ricerca condotta dalla Camera di Commercio di Milano sulle tre più grandi città italiane, Roma, Milano, Napoli, si scopre che ciascun italiano spenderà 109 euro a testa, tra feste, regali, cene e vestiti.