La patria delle truffe informatiche? E’ in Romania, lo sa anche l’Fbi

In Romania, in prossimità dei Carpazi, proprio in quelle zone finora note al mondo come la patria del Conte Dracula, si trova la cittadina di Ramnicu Valcea, già ribattezzata come “Hackerville” dalla stampa internazionale. Il motivo è ben descritto dal quotidiano francese “Le Monde”, che ha inviato dei corrispondenti ad intervistare alcuni personaggi del luogo, scoprendo che ormai il quartiere meridionale di Ostroveni è divenuto meta di “pellegrinaggio” per i giornalisti di tutto il mondo, anche se visitatori molto più scomodi sono invece le forze di polizia, periodicamente impegnate nell’agguantare qualche cybernauta truffatore che si è spinto un po’ troppo in là.

Sempre secondo il giornale francese, ci sono state diverse retate negli ultimi tempi, tra cui una durante l’estate per una truffa da ben 20 milioni di dollari ed un’altra recentissima che risalirebbe al 22 novembre scorso ed ha riguardato 25 persone fra i 18 e i 35 anni, arrestate per aver sottratto illegalmente circa 120 mila euro a cittadini di varia nazionalità: americani, svizzeri, francesi, austriaci e tedeschi, il tutto sfruttando Ebay, il popolarissimo sito di commercio elettronico.

La tecnica consisteva nel mettere annunci di vendita per vari prodotti inesistenti, incassare il denaro e poi, tramite una rete internazionale di “intermediari”, travasare le somme in altri conti, fino a che le tracce delle operazioni finivano per confondersi, un fenomeno che spiegherebbe anche la nascita nella cittadina di numerosi centri “Western Union”, una nota compagnia di trasferimento di denaro. Non stupisce, quindi, che gli abitanti di Ramnicu siano ormai abituati a vedere fermi e perquisizioni, a maggior ragione perchè persino l’Fbi ha inviato di recente il suo direttore, Robert Mueller, allo scopo di creare sinergie a politiche e logistiche, trattando la creazione di un gruppo di agenti speciali rumeni composto da alcune centinaia di unità dotate di conoscenze e tecnologie all’avanguardia per combattere sul loro stesso terreno i criminali informatici. Ma se l’inquietante fenomeno va senza dubbio arginato, leggendo le interviste agli abitanti del luogo si può perlomeno comprenderne l’origine, che alberga come al solito nella crisi economica, nell’aumento della povertà e nella mancanza di lavoro.

George, neolaureato in management, racconta a Le Monde: “Il governo parla solo di crisi, di riduzione dei salari e di stringere la cinghia. Io ho 24 anni e per tutti gli anni dell’universita’ ho stretto la cinghia. Ho amici che incassano decine di migliaia di euro. Certo, rubano sul web, ma almeno se la cavano. E io dovrei lavorare tutta la vita per niente. Voi cosa fareste al mio posto?”. Tutto il mondo è paese.

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