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Piazza Affari perde un quarto del suo valore nel 2011

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Giuseppe Timpone

Non c’era forse davvero bisogno di attendere i dati di Borsa Italiana, per verificare che per Piazza Affari quest’anno è stato davvero molto negativo. I dati fino al 23 dicembre parlano chiaro: l’indice Ftse Mib ha perso in un anno il 25,28%, mentre l’Ftse Italia All Share il  24,48%. Se poi guardiamo al cosiddetto Ftse Mib storico, che indica più i movimenti nel lungo periodo, la perdita complessiva sarebbe del 23,66%.

Comunque li si leggano, i dati dicono una sola cosa: il valore di capitalizzazione delle società quotate a Piazza Affari è crollato di un quarto. Se a fine 2011, esso si attestava ancora a 425,1 miliardi di euro, pari al 27,2% del pil, la settimana scorsa esso era già a 333,3 miliardi, ossia il 20,7% del pil.

Quindi, scende considerevolmente il peso sull’economia italiana delle 328 società quotate in borsa, a dimostrazione di quanto abbia morso la crisi. E quest’ultima viene confermata anche dalla riduzione complessiva del numero delle società quotate, che già in Italia sono poche, ma che in un anno sono passate da 334 a 328, perché sono stati di più i casi di delisting, rispetto alle Ipo: 14 contro 10.

E la frenesia degli investitori, che hanno in questi mesi del 2011 comprato e poi venduto titoli italiani a ritmi sostenuti, è dimostrata anche dal podio che spetta alla nostra borsa per l’indice di “turnover velocity”, ossia il tasso di turnazione delle azioni nell’anno, che si è attestato al 190,3%.

Scende leggermente, invece, il valore medio delle azioni scambiate quotidianamente, che passa dai 2,9 miliardi del 2010 ai 2,8 miliardi di quest’anno. Ma sale il numero dei contratti, che passa dai 62 milioni dell’anno scorso ai 68,1 milioni del 2011.

 

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Giuseppe Timpone