Le piazze sono state gremite a Mosca e nelle principali città russe, in protesta contro un blocco di potere che molti definiscono ormai al capolinea, quando solo fino a qualche mese fa era considerato imbattibile. Lo stesso risultato dello scorso 4 dicembre, quando alle elezioni per la Duma, Russia Unita è andata sotto del 50%, contro il 65% di quattro anni prima, dimostra inequivocabilmente che l’intero sistema politico costruito dal premier Vladimir Putin, se non è al collasso, vi si sta avvicinando. Per questo, se da un lato si fa la faccia indifferente alle urla delle piazze contro Cremlino e Duma, dall’altro si cerca una strategia che porti alla trasformazione del sistema, evitando lo stesso collasso che toccò alla fino allora granitica Unione Sovietica, venti anni fa.
E la notizia più clamorosa giunge dal Cremlino, dove il presidente Dmitri Medvedev ha licenziato niente di meno che Vladislav Surkov, attuale vice-capo dell’organizzazione presidenziale.
Chi è Surkov? Egli è l’essenza stessa di Putin, l’ideologo e l’organizzatore dell’attuale sistema politico. Senza di lui, il sistema di potere su cui si reggono sia il Cremlino che la Duma forse ci sarebbe lo stesso, ma avrebbe tutto un altro aspetto. Surkov è stato l’inventore della cosiddetta “verticale del potere”. A lui si deve la creazione di partiti fantocci, messi in piedi per costruire una finta opposizione e dare sfogo a quanti non amano Putin e la sua gestione. Sempre a lui si devono la creazione di Russia Unita, lo stesso linguaggio di cui si alimentano Putin e Medvedev.
Surkov è un personaggio difficile da decifrare. Descritto come sopra, sembrerebbe un uomo oscuro, un super-burocrate geniale, ma pur sempre un burocrate. E invece non è affatto così. E’ un uomo che suscita grande fascino. Incontra di nascosto le opposizioni, non si sa bene per fare cosa. Scrive in forma anonima romanzi, di cui qualcuno anche molto piacevole e si è detto persino un ammiratore delle piazze anti-Putin, sebbene abbia rimarcato l’assenza di una proposta e di un leader alternativo.
E’ uno che può permettersi di guardare dall’alto in basso tutti, Putin compreso, ma non incute timore, bensì rispetto. Ha poco più di 40 anni e ora sta per andare al governo, come responsabile della modernizzazione. Poca roba. Il suo licenziamento viene visto come il tentativo di Putin e Medvedev di lanciare un segnale alle piazze. Sarà. Ma nemmeno le opposizioni oggi gioiscono per l’uscita di scena di Surkov. Forse, semmai lo invidiano a Putin.