Ieri, vigilia di Natale, i leader dei principali sindacati italiani, Cgil, Cisl, Uil ed Ugl sono tornati in Piazza Montecitorio per un sit-in molto significativo, volto a dimostrare che l’approvazione della manovra non ha chiuso affato la partita dell’equità sociale. La Manovra economica, infatti, oggettivamente iniqua e volta a colpire in proporzione notevolmente superiore i soggetti più deboli (lavoratori, pensionati, possessori di una sola casa, rispetto ai ceti molto benestanti e/o miliardari vari, che non sono stati neanche colpiti da una patrimoniale) va corretta in corso d’opera.
Le misure prese dal Professorone della Bocconi (Mario Monti), porteranno ad un ampliamento della recessione, ad un calo dei consumi e ad un aumento dell’inflazione. Questo mentre i super-ricchi avranno da pagare solo una mini tassa sulle loro “barchette”, ed i pensionati ad oltre 1400 euro lorde (meno di 1200 euro nette) al mese, non percepiranno per due anni nemmeno l’adeguamento del loro stipendio all’inflazione.
I mercati dal canto loro, tanto decantati dallo stesso Presidente del Consiglio, come termometro della bontà o meno delle misure economiche dei Paesi Europei, hanno bocciato in toto il lavoro della sua squadra. Dello spread (sempre elevatissimo) e dell’unica soluzione per mettere sotto controllo il debito pubblico a livello globale, abbiamo già parlato nei giorni scorsi, quello che qui vogliamo incentivare invece è la partecipazione civile della popolazione italiana, che deve nei prossimi mesi vigilare quotidianamente sul lavoro della politica-tecnocrazia italiana, per evitare che essa si trasformi in un qualcosa di lontano che costringa gli italiani a subire una dopo l’altra manovre sempre più inique e recessive, fino al default. Riuniamoci in grandi numeri per far sì che questa crisi senza precedenti si trasformi in un’opportunità che riporti la democrazia all’interno del processo politico.
Che questo governo tecnico insomma, al quale piacciono tanto le consultazioni, le inizi a fare con gli attori reali della società civile e non con i partiti politici, che tramite la stessa instaurazione del governo tecnico sono stati sfiduciati, in quanto non più rappresentativi da tempo dei reali interessi della popolazione. Questo i sindacati (anche loro colpevoli di tanti errori) ieri hanno testimoniato con il sit-in ed auspichiamo che tale esempio possa smuovere le coscienze di molti.