Con l’approvazione definitiva della manovra correttiva del governo Monti, ieri, la tassazione sugli immobili ne esce molto rivoluzionata e la novità più importante riguarda le quasi 20 milioni di abitazioni, ad oggi esentate dal pagamento dell’ICI sulla prima casa, abrogato dal governo Berlusconi nel 2008.
Anche le prime case, infatti, pagheranno l’ICI, che sarà chiamata IMU, a partire dal 2012. L’aliquota applicata sarà dello 0,4% sul valore catastale, a sua volta rivalutato del 60%. Tuttavia, per attutire la gravosità dell’imposta è prevista per tutti una detrazione di 200 su ogni immobile, a cui si aggiungono 50 euro per ogni figlio sotto i 26 anni, residente nell’abitazione stessa, fino a un massimo ammontare di tutte le detrazioni di 600 euro.
Pertanto, per capire quanto si pagherà sulla prima casa, bisogna fare la seguente operazione: prendere la rendita catastale e moltiplicarla per 105 (coefficiente di rivalutazione per un immobile prima casa). Moltiplicare per 1,60 il risultato del precedente prodotto e a sua volta questo risultato va moltiplicato per 0,004. Alla cifra così trovata sottrarre 200 e 50 per ogni figlio sotto i 26 anni. Il totale finale è l’imposta da versare.
Qualche precisazione: l’aliquota applicata potrebbe essere diversa da 0,4% (0,004), perché i Comune avranno il diritto di abbassarla o aumentarla dello 0,2%. Quindi, l’aliquota sarà da 0,2% a un massimo dello 0,6% (0,002-0,006).
Per le seconde case, il calcolo sarà lo stesso, ma l’aliquota sarà dello 0,76% (0,0076), che i Comuni potranno variare in alto o in basso dello 0,3%, portandola così da un minimo dello 0,46% a un massimo dell’1,06%. Tuttavia, questa imposta è sostitutiva dell’Irpef fondiaria, per cui nel caso in cui un proprietario conceda un immobile in locazione, non è detto che ci perda, ma potrebbe anche guadagnarci col passaggio alla nuova tassazione, specie se il Comune decide di tassare il suo immobile fino al minimo consentito in questo caso dello 0,4%.