Piccolo colpo di scena nella Giunta delle elezioni del Senato, dove Pdl e Lega tornano a braccetto per votare un provvedimento che permetterà, per i senatori già in carica, il mantenimento sia del mandato parlamentare che della funzione di sindaco per comuni con più di ventimila abitanti. Essendo quindi passata la relazione di Alberto Balboni del Pdl, situazioni come quelle di Antonio Azzollini, attualmente presidente della commissione Bilancio e nello stesso tempo sindaco di Molfetta, o di Vincenzo Nespoli (sempre del Pdl), senatore e primo cittadino di Afragola, non verranno riviste, in barba alla recentissima sentenza della Corte Costituzionale ed addirittura sconfessando una decisione di segno opposto presa sullo stesso argomento dalla Camera dei Deputati.
Se il Partito Democratico ed Italia dei Valori sono insorti, arrivando ad abbandonare per protesta la commissione, sull’altro fronte si tende a minimizzare. Lucio Malan del Pdl spiega come nel 2008 la stessa Giunta di Palazzo Madama aveva già affrontato il problema, arrivando alla stessa conclusione della Consulta, il cui pronunciamento verrà quindi fatto applicare dalla prossima legislatura in poi.
“Per i senatori che dovessero assumere questi incarichi nelle città più grandi, varrà l’incompatibilità perché nessuno l’ha messa in discussione. Ma in questo caso, la decisione era già stata assunta e come afferma la Cassazione a sezioni riunite nel caso della giurisdizione esclusiva delle Camere ha valore di giudicato” conclude Malan. Il presidente della Giunta, Marco Follini del Pd, è invece scettico, dicendosi sorpreso che “la vecchia maggioranza” difenda un concetto ormai abusato come quello della compatibilità tra più cariche, ironizzando poi nel soccorso arrivato dalle fila dei leghisti: “Sono sorpreso nel vedere che la Lega sia in prima fila nella difesa dei sindaci di Molfetta e Afragola”. Per Idv invece parla Luigi Li Gotti che sottolinea un atteggiamento inspiegabile ed incoerente di Pdl e soprattutto della Lega rispetto alla decisione della Corte Costituzionale.
Anche il Democratico Francesco Sanna parla di una “pervicacia” da parte dei colleghi della vecchia formazione di governo, specie perche‘ a Montecitorio il 14 dicembre è stata presa una decisione che va incontro ai canoni dettati dalla sentenza 277 della Consulta: “Ora abbiamo abbiamo un diverso orientamento di Camera e Senato. Sara’ possibile essere sindaco-senatore, ma non sindaco-deputato. Una cosa assurda!” conclude sconsolato il senatore.