A pochi giorni dal Natale 2011, per l’Italia è arrivata una notizia di stampo macroeconomico di cui se ne poteva fare volentieri a meno. Nel terzo trimestre del 2011, infatti, il Pil italiano è sceso dello 0,2% rispetto al trimestre precedente, mentre su base annua c’è stato un incremento modesto dello 0,2%. Il dato, comunicato dall‘Istat, purtroppo conferma come l’Italia per il 2012 si stia preparando a pagare caro il prezzo della crisi con una recessione economica che, si spera, possa essere passeggera.
Le manovre finanziarie rischiano tra l’altro di impattare negativamente sul ciclo economico, con la conseguenza che la preoccupazione regna sovrana tra le parti sociali, a partire dai Sindacati e passando per le Associazioni delle imprese; tra queste, in vista del Natale 2011, quelle che rappresentano e tutelano il settore del commercio auspicano che dalle parole si passi ai fatti con misure incisive che possano finalmente rilanciare i consumi e lo sviluppo.
La manovra Monti, si spera, ha messo in sicurezza i conti pubblici, ma mancano quei provvedimenti strutturali e di ampio respiro tali da garantire un’espansione del Pil che da dieci anni a questa parte è stata quasi sempre molto bassa, deludente e al di sotto delle previsioni formulate dai Governi che si sono succeduti. D’altronde ad oggi non si può assolutamente dire che l’Italia sia in salvo visto che lo spread Btp-Bund è ancora molto alto, e visto che, se non cala sensibilmente nelle prossime settimane, il rischio è quello che la maggior spesa per interessi si mangi anche l’ultimissima manovra messa a punto dal Governo dei tecnici.