Domani in data 21 dicembre 2011 a Matera s’inaugurerà la mostra fotografica che onorerà la rivista Intransit – Fotografia in movimento; il vernissage è indicato per le 18,30 presso la Galleria di Porta Pepice in via delle Beccherie appunto nella città di Matera. Con questo evento si vogliono raccontare i due anni di questa rivista esponendo tutti i servizi fotografici e i reportage che hanno scritto la storia della Basilicata, della città di Matera e che hanno avuto anche un rilievo storico importante in tutto il mondo.
Basta ricordare la tragedia di Chernobyl, di cui si è occupato il fotografo Gaetano Plasmati, che ha collezionato una vasta esperienza in campo di disastri, compreso anche quello di Bhopal avvenuto in India 27 anni fa’. La mostra si aprirà con delle gigantografie dei servizi più importanti e più intensi eseguiti dalla testata Intransit – Fotografia in movimento; inoltre ad inaugurare l’evento ci sarà anche la possibilità di assistere ad un reportage sull’inquinamento che è stato realizzato specificatamente per la testata di Matera, da GMB Akash.
Sarà inoltre presentato anche l’ultimo numero prossimo in uscita anche se già disponibile on line presso il sito www.intransit.it ; dal titolo: Un mondo umiliato. Questo, come già annunciato, sarà quasi interamente dedicato all’ambiente e a tutto ciò che concerne le fonti energetiche. Gli stessi responsabili della rivista affermano che lo spunto per questo ultimo numero, è nato in seguito al disastro di Fukushima. Avendo già affrontato tematiche simili, non potevano esimersi dal dedicarsi a questo ennesimo tragico evento, collegandosi al contempo alla salvaguardia dell’ambiente e della nostra Terra.
Questa mostra fotografica di Intransit – Fotografia in Movimento, vuole essere un grido di allarme alla tutela dell’ambiente, mettendo in vista i disastri del passato come quelli sopra citati, che mostrano come il progresso non sempre sia sinonimo di benessere. Un evento interessante dal quale trarre lo spunto per riflessioni importanti e vitali per la salvezza del nostro pianeta ma anche per quella umana.