La lega continua la sua campagna contro il governo Monti e contro tutti i suoi provvedimenti in arrivo, in particolare contro l’Imu, la nuova tassa sugli immobili che rimpiazzerà la vecchia Ici. L’ultima provocazione pare sia stata originata dal sindaco di Vittorio Veneto, Gianantonio Da Re, che si è detto pronto a non applicare l’imposta ai suoi cittadini, invitando gli altri colleghi sindaci a fare altrettanto: “Se il governo-sanguisuga vuole tassare ulteriormente la casa frutto di sacrifici faccia da solo. Non un euro di quello che raccoglieremmo resterebbe nelle casse comunali… Questa è una misura che va contro il federalismo fiscale”.
La proposta viene raccolta subito dal sindaco di Treviso, Giampaolo Gobbo, ed attira l’attenzione dello stato maggiore leghista che la definisce “interessante” sia per bocca del governatore del Veneto Luca Zaia che per quella dell’ex ministro Roberto Maroni, che la ritiene “meritevole di un approfondimento tecnico” ed aggiunge: “Per noi è meglio contrastare la manovra sul territorio che non in Parlamento, dove non abbiamo la forza”.
Ovviamente sono arrivate presto anche le reazioni negative delle altre forze politiche, in primis del Pd, che con il responsabile Enti Locali, Davide Zoggia, liquida stizzito le alchimie del Carroccio, parlando di una indegna “sceneggiata” da parte di una forza politica che ha perso la bussola e cerca disperatamente consenso: “La polemica sull’Imu è assurda. La Lega ha governato 8 degli ultimi 10 anni: prima ha guastato e ora impedisce di riparare i danni fatti”. Una posizione condivisa anche dal Terzo Polo, che attraverso il segretario dell’Udc Lorenzo Cesa punta il dito contro l’atteggiamento irresponsabile della Lega, che invece di pensare a far riprendere il Paese da una situazione di estrema difficoltà, arriva addirittura a fomentare lo scontro sociale per poi cavalcarlo: “Almeno su una cosa la Lega è coerente con se stessa: hanno preso in giro gli italiani quando erano al governo, continuano a farlo oggi che sono all’opposizione“.
Ma se alcune reazioni erano scontate, la vera novità arriva dall’atteggiamento del Pdl, che prima interviene nella polemica con Ignazio La Russa, il quale ripete il vecchio concetto de “La legge è uguale per tutti”, poi è il turno del segretario Angelino Alfano, che sbeffeggia l’eventuale “obiezione di coscienza” dei sindaci leghisti, sottolineando come la materia non c’entri nulla con la coscienza, ed infine proprio con Silvio Berlusconi. L’ex premier, insolitamente obiettivo, gela l’alleato di un volta con un commento lapalissiano: “Che strano, l’Imu era già prevista nell’ipotesi del federalismo fatta da noi”.
Come dire, dopo il “colpo basso” ricevuto con l’odg sulle frequenze Tv, ora arriva il turno di restituirlo, e già circola una versione “ammorbidita” dell’iniziativa, con Matteo Salvini che parla di una indicazione di applicare comunque la tassa, seppure ai minimi di legge.