I due maggiori partiti che sostengono il governo Monti sarebbero nel pieno delle trattative per giungere tra fine gennaio e inizio febbraio alla presentazione di una nuova legge elettorale sul modello del Vassallum, dal nome del costituzionalista vicino all’ex segretario del PD, Walter Veltroni, già allo studio alla fine del 2007, ma poi andata a gambe in aria per effetto della caduta del governo Prodi e delle nuove elezioni anticipate. Ora pare che un accordo minimo tra i due partiti vi sia e riguarderebbe l’adozione di una legge elettorale sul modello spagnolo e un po’ alla tedesca, ossia basata sull’assegnazione di metà dei seggi tramite sistema proporzionale e l’altra metà con collegi uninominali.
La legge sarebbe, inoltre, basata su circoscrizioni più piccole, tali da avvantaggiare soprattutto i partiti più grossi e quelli legati al territorio. In sostanza, si calcola che PDL e PD sarebbero i più avvantaggiati nella ripartizione dei seggi, intorno a un 5% in più. I piccoli partiti sarebbero svantaggiati, UDC inclusa, mentre la Lega non ci perderebbe, per via della sua concentrazione di voti sul Nord.
In sostanza questa nuova legge elettorale farebbe fuori i centristi e le ali estreme delle due coalizioni, rendendo possibile per PDL e PD di andare al voto senza doversi alleare con nessuno, ma semmai ricercando solo in seguito le alleanze con chi ci sta. Da un certo punto di vista, sarebbe un salto nella Prima Repubblica, ma qui il vantaggio sarebbe che i due maggiori partiti avrebbero un grosso peso contrattuale, un po’ come accade in Germania, dove CDU e SPD sono i perni indiscussi di qualsiasi coalizione di governo possibile, senza la possibilità di estrometterli.
La nuova legge elettorale avrebbe l’obiettivo anche di impedire la celebrazione del nuovo referendum elettorale, nel caso in cui la Corte Costituzionale dovesse approvare i quesiti proposti dall’Idv di Di Pietro e da parte del PD.
Quanto alle finalità, non poteva essere più esplicito l’ex segretario dei Democratici, Dario Franceschini, che ha affermato che con questo tipo di legge elettorale il PD non sarebbe costretto ad allearsi con Di Pietro.
Indubbio, tuttavia, che per giungere a questa legge sarà necessario recidere i rapporti con l’Idv e scontare tensioni crescenti tra PDL e la Lega. Ma pare che stavolta i due big non abbiano intenzione di restare succubi dei loro alleati minori.