Egitto, islamisti al 75%. Violenze nella capitale

Il secondo round elettorale in Egitto del 15-16 dicembre, che tra le altre città ha visto andare al voto Giza, ha esitato un risultato ancora più strabiliante in favore delle forze islamiche. I primi dati, anche se ancora non ufficializzati e definitivi, parlano di una valanga per Libertà e Giustizia dei Fratelli Mussulmani, che sarebbero al 40%, seguiti a pochissima distanza dai salafiti, al 35%. Soltanto queste due formazioni islamiste sarebbero così al 75% dei consensi. Il blocco laico e liberale sarebbe stato umiliato ancora una volta, sintomo della distanza dei partiti liberali e non religiosi dalle istanze della popolazione. Rispetto al primo round, che ha visto partecipare al voto città come Il Cairo e Alessandria, gli islamisti avanzano di una decina di punti percentuali.

Per quanto i Fratelli Mussulmani abbiano dichiarato di non avere intenzione di allearsi con i salafiti, è chiarissimo quale sarà l’orientamento del prossimo Parlamento. Tra una settimana si terranno i ballottaggi di questo secondo turno, ma ormai la vittoria dei due gruppi filo-religiosi è solo scontata.

Preoccupano le posizioni dei salafiti, che avanzano nettamente rispetto sia alle previsioni che al primo turno. Essi sono considerati fanatici filo-talebani, contrariamente ai Fratelli Mussulmani, che si sono dati una linea moderata e di dialogo con l’Occidente, di cui sono ormai diventati punto di riferimento essenziale. Preoccupa, inoltre, la risposta dei militari alle proteste degli oppositori, religiosi in testa, che ha provocato almeno una decina di vittime nella sola settimana appena trascorsa, oltre a 500 feriti.

Girano su internet e su Facebook immagini di militari che prendono con grande violenza a calci e pugni alcuni ragazzi che manifestavano a Piazza Tahrir, nella capitale. Una donna viene persino semi-spogliata e presa a calci.

Il clima di terrore che i militari al potere stanno trasmettendo alla popolazione civile non fa che spostare consensi verso i gruppi politici filo-islamici e l’avanzata spettacolare e inattesa dei salafiti ne potrebbe essere una conseguenza diretta.

Sono preoccupati delle violenze anche gli USA che hanno lanciato un messaggio di moderazione per mezzo del segretario di Stato USA, Hillary Clinton. La ex First Lady nei giorni scorsi aveva criticato la scarsa presenza delle donne nelle liste dei partiti più organizzati, come i Fratelli Mussulmani.

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