Colpo di scena sulle frequenze Tv: il Governo si impegna a rimetterle all’asta

Forse nemmeno i promotori dell’iniziativa ci credevano più, ma alla fine hanno vinto se non la guerra almeno la prima “battaglia” sull’assegnazione da parte dello Stato delle nuove frequenze Tv per la trasmissione in digitale terrestre. Il governo ha accolto gli ordini del giorno presentati dal Partito democratico, Italia dei valori e persino dalla Lega Nord, tutti che chiedevano (con sfumature diverse) l’annullamento del “beauty contest” ossia il “concorso di bellezza” indetto dal precedente esecutivo a guida di Silvio Berlusconi, col tramite dell’ex-ministro delle Comunicazioni, Paolo Romani. Sembra dunque che gli inviti al buonsenso provenienti dalla maggioranza delle forze politiche e dalla società civile non siano caduti nel vuoto, nonostante i probabili “retroscena” che avevano autorizzato Italia dei Valori a denunciare pubblicamente un “inciucio” che mirava a non alterare la situazione precedente, a tutto vantaggio della Rai e soprattutto di Mediaset.

Non c’è stato nemmeno bisogno di votare gli Odg, accolti direttamente, e nei quali si leggono, tra l’altro, pesanti critiche all’assegnazione gratuita delle frequenze, sottolineando come “la recente gara 4G per il mercato delle tlc” abbia invece generato incassi (per 4 miliardi) superiori alle aspettative, e si richiede quindi l’impegno del governo ad annullare il “beauty contest” e procedere ad una regolare asta “a titolo oneroso”.

Il ministro per i Rapporti con il parlamento, Piero Giarda, ha deciso di unificare le discussioni sui 3 Odg, a firma rispettivamente di Paolo Gentiloni, Antonio Di Pietro e Roberto Maroni, accogliendoli alla fine tutti. Difficile pensare che una tale decisione sia piaciuta particolarmente al leader del Pdl Berlusconi, che nei giorni scorsi aveva asserito che una normale asta competitiva “sarebbe andata sicuramente deserta”. Ma l’ultima novità in merito c’era stata giovedì sera, durante la trasmissione “Servizio Pubblico”, quando il conduttore Michele Santoro aveva lanciato l’ennesima “provocazione” (o forse qualcosa di più) rivolgendosi al ministro Corrado Passera ed auspicando appunto un ripensamento del governo, nel qual caso avrebbe pronta una offerta a partire da un milione di euro per aggiudicarsi un canale.

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Sandro Parenzo, l’imprenditore capocordata del network di Tv locali che trasmettono il programma di Santoro, aveva subito preso la palla al balzo, rivelando l’interesse di soggetti stranieri per l’asta delle frequenze: “Noi forniremmo la rete, loro i contenuti, ciò dimostra che la gara non andrebbe affatto deserta”. Lo scenario appare quindi molto interessante e, se è pur vero che un Ordine del Giorno non rappresenta un impegno incontrovertibile, con queste larghe convergenze sarà difficile che il governo possa rimangiarsi la parola data.

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