L’autorità Antitrust ha emesso una sentenza, con cui condanna Poste Italiane a pagare una multa di 39,3 milioni, dopo il ricorso presentato nel 2009 da Tnt, operatore postale del gruppo olandese Tnt Group.
Sono due i servizi incriminati dall’Authority: data e ora certa e notifica con messo. Quanto al primo, Poste Italiane non si sarebbe limitata a copiare il servizio “Formula Certa”, che era stato precedentemente lanciato da Tnt, ma avrebbe costituito una rete parallela, grazie a ingenti investimenti, finalizzata a screditare il concorrente.
In sostanza, Poste Italiane avrebbe applicato condizioni discriminatorie verso i clienti-mittenti degli altri servizi, la cui posta fosse rinvenuta sulla propria rete. Essi erano costretti a pagare il prezzo pieno, anche in assenza dell’erogazione del servizio, entro dieci giorni, tempo oltre il quale ci si avvaleva del diritto di distruggere la comunicazione. Ovviamente, lo stesso trattamento non era riservato ai propri clienti.
Inoltre, secondo l’Antitrust, Poste Italiane avrebbe praticato prezzi predatori per il servizio di notifica con messo della comunicazione, sfruttando la rete di sua proprietà e il cui costo di utilizzo non veniva incluso. Questo creava per i concorrenti l’impossibilità di competere sul prezzo, dovendo essi pagare per l’utilizzo della rete.
In particolare, tale abuso sarebbe avvenuto in due occasioni specifiche, ossia per le gare del Comune di Milano, relative al servizio di notifica delle multe e dei servizi amministrativi e per quella di Equitalia, in relazione alle sue comunicazioni.
Poste Italiane dovrà rimuovere tali abusi immediatamente e le è anche stato assegnato il tempo di tre mesi, per illustrare tale rimozione in un’apposita relazione.