La farsa di Mentana: mi dimetto, anzi ci ripenso

La 7 in subbuglio. Ieri il titolo di Telecom Italia Media, che controlla la settima rete nazionale, è crollato del 3,74%, alla notizia che il direttore del TG La7 si sarebbe dimesso dal suo incarico dopo le polemiche tra lui e il comitato di redazione. Motivo? Per la rete Enrico Mentana è una gallina dalle uova d’oro. Il telegiornale è passato da una media di ascolto del 2,8% a una del 9%, con punte del 14%, sotto la direzione di Mentana, che presenta allo stesso modo il TG. Per un canale televisivo piccolo, indebitato, abituato a share molto bassi, il suo addio sarebbe una vera sciagura, perché porterebbe via con sé i sogni di riscossa e gli ascolti che il TG poi trasmette anche agli altri programmi della rete.

Ma iniziamo con ordine. Tutto inizia un paio di sere fa, quando il comitato di redazione sfiducia Mentana in seguito al suo rifiuto di leggere un comunicato Cgil, Cisl, Uil e Ugl in cui si chiedeva una manovra più equa e si denunciava la situazione di disagio per i poligrafici.

Il direttore si è rifiutato di leggere il comunicato, sostenendo di essere pagato per dare notizie ai telespettatori, non per leggere comunicati sindacali o aziendali. Alla redazione non è andata per nulla giù e il cdr ha votato una mozione contro di lui. Mentana, a quel punto, ha chiesto in diretta TV un chiarimento definitivo, altrimenti si sarebbe dimesso. Questo due sere fa. Ieri, per tutta la giornata, la notizia delle dimissioni era stata mantenuta dallo stesso direttore, che ne aveva parlato anche a Maurizio Belpietro durante la sua striscia mattutina “La Telefonata” in “Mattino 5”, su Canale5.

Circolata anche l’ipotesi di un passaggio da La7 a Rai1, dove il TG1 è rimasto senza direttore, se non pro tempore, in seguito alla cacciata di Augusto Minzolini. Ma Mentana avrebbe smentito la sua volontà di passare alla Rai, sostenendo di essere interessato solo a circuiti alternativi, come ha fatto Michele Santoro.

Alla fine, in tarda serata, pare che il “Mitraglietta” abbia intenerito la sua posizione e si sia detto pronto a restare, qualora godesse ancora della fiducia della sua redazione. Insomma, una involontaria farsa del direttore, ma pur sempre una farsa.

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