Il Natale rappresenta la festa più attesa dell’anno, se per molti è sinonimo di gioia, per altri soggetti potrebbe rivelarsi un momento doloroso e particolarmente difficili da vivere che sfocia poi nella depressione natalizia. Può accadere che si manifestino alcuni sintomi e malesseri riconducibili proprio alla depressione; spesso questi segnali sono ignorati, un atteggiamento sbagliato che andrebbe valutato e ponderato bene sia dai diretti interessati ma anche dalle persone che vivono accanto ai soggetti depressi durante le feste natalizie.
Alla base della depressione natalizia oltre alla causa della conosciuta meteoropatia invernale, ci sono anche ricordi del passato recente e lontano, che riportano in vita le memorie di una persona cara persa troppo presto, oppure ad attimi di vita particolarmente spiacevoli.
A parlare di depressione in questo momento particolare dell’anno è stato il professor Erik Nelson, esperto in psichiatria e nel comportamento dovuti ai disturbi dell’umore presso il Dipartimento di Salute Psichiatrica dell’Università della California. Questo, afferma che come risaputo in questo stesso mese si registrano i giorni più corti dell’anno, quelli in cui la luce solare è meno presente, il cui evento può incidere notevolmente su alcuni individui particolarmente predisposti. Alcuni momenti del passato possono tornare nella memoria viva di queste persone e colpirle nella loro parte più delicata.
Il professor Nelson continua, asserendo che molti altri fattori possono aggravare lo stato mentale di questi soggetti, per cui nei casi più gravi è bene rivolgersi ad un medico specialista in grado di dare aiuto e soccorso ricorrendo alle terapie specifiche e ad eventuali farmaci.
I sintomi della depressione a Natale che non devono essere trascurati sono i seguenti: dimagrimento, voglia esagerata di dormire, spossatezza, perdita di appetito oppure al contrario una fame compulsiva, così come anche perdere interesse per tutto ciò che prima era al centro delle proprie attrattive.
Non trascurate alcun segnale e rivolgetevi al vostro medico di famiglia.
