Oggi, il Tesoro ha collocato 3 miliardi di BTp a 5 anni, con scadenza 2016. Si trattava dell’ultima asta dell’anno e del massimo della forchetta prevista, che era del range di 2-3 miliardi.
La domanda è stata buona, pari a 1,417 volte l’importo offerto, in linea con la precedente asta di novembre, quando il tasso di copertura si era attestato a 1,47, per un valore complessivo di 4,252 miliardi.
Tuttavia, anche questa volta il rendimento è aumentato, arrivando al 6,47%, il massimo in tempi di euro. Tuttavia, gli analisti non si mostrano scontenti dell’andamento, perché si attendevano di peggio e ritengono il risultato, tutto sommato, positivo, se si considera, ad esempio, che la pressione sui nostri titoli di stato sul secondario è ancora altissima, tale da fare risultare lo spread sul decennale oltre quota 470 sui Bund tedeschi.
Oggi, però, sono stati cambiati i benchmark dei titoli italiani e tedeschi, che passano rispettivamente dal settembre 2021 al marzo 2022 e dal settembre 2021 a gennaio 2022. Per effetto di tale variazione, lo spread è risultato essere di 512 punti base, mentre considerando i titoli fino a ieri in vigore, esso sarebbe invariato, anche se a livelli altissimi.
Rispetto all’importo collocato, la domanda non è stata strepitosa, ma in relazione all’andamento degli ultimi tre mesi sul quinquennale, essa si è attestata anche oltre la media.
Insomma, continua l’aumento del costo di rifinanziamento del nostro debito pubblico e i livelli rimangono eccezionalmente alti, cosa che fa temere per la tenuta dei nostri conti, visto che qualche analista internazionale ritiene che questi rendimenti potrebbero stabilizzarsi anche per alcuni anni.