Per il colosso motoristico Toyota il 2011 è stato un anno davvero orribile a causa delle sciagure climatiche accadute a distanza di pochi mesi l’una dall’altra: prima lo tsunami in Giappone e poi le inondazioni in Thailandia.
Certo, di fronte a tragedie simili, il fatto di essere il primo costruttore al mondo diventa automaticamente di secondaria importanza, ma di certo il fatto che un importante colosso automobilistico debba rinunciare a questo primato, comporta sicuramente dei disagi non indifferenti per tutti i dipendenti di Toyota che forse oltre alle sciagure climatiche dovranno fare i conti con scelte aziendali difficili.
Il colosso giapponese aveva ridotto drasticamente le stime di vendita già immediatamente dopo lo tsunami, visto che oltre ai danni causati dalla sciagura, ha influito in modo negativo anche lo stop della produzione che è andato avanti per parecchio tempo.
Dopo la sciagura in Thailandia, Toyota deve alzare bandiera bianca e mettere in conto una stima di vendita pari a 7,38 milioni di veicoli, 220.000 in meno rispetto ai 7,6 milioni dichiarati dopo la riduzione delle stime dovute allo tsunami.
Toyota, nel 2010 è riuscito a vendere 8,4 milioni di veicoli, quindi in questo 2011 si calcola una perdita di circa 1 milione di vetture. Intanto gli stabilimenti della Toyota presenti in Thailandia hanno bloccato la produzione che dovrebbe ripartire nel giro di un mese.
E a questo punto, il primato di miglior costruttore al mondo è una questione tra General Motors (ex detentore del titolo) e Volkswagen (che mira al primato entro il 2018).