Manovra sempre più rallentata, cresce il dissenso intorno a Monti. A breve gli emendamenti

L’approvazione della Manovra Economica che doveva arrivare in termini ultra-rapidi, invece sta subendo dei rallentamenti comprensibili. Il documento che doveva arrivare già oggi alla Camera, forse non ci arriverà neanche domani, perchè il lavoro delle Commissioni non è ancora terminato. L’irrigidimento di Monti e di alcuni suoi ministri per forzare la mano con partiti e parti sociali infatti, non ha riscosso il risultato aspettato. Praticamente tutti i partiti politici, a parte quelli del Terzo Polo, si sono resi conto che la manovra tanto decantata dal Presidente del Consiglio in Europa, dove è stata lodata da molti, è in realtà invotabile, perchè stracolma di aspetti iniqui. Anche la ritrovata unità sindacale, dopo oltre 6 anni, ha testimoniato la troppa macelleria sociale in essa contenuta.

Mentre Fini assicura che domani alle 10 ci sarà assolutamente l’approdo alla Camera del decreto, gli emendamenti governativi sui temi più rilevanti non sono stati ancora presentati. Le richieste in tema di Ici/Imu e pensioni però, sono diventate un qualcosa di irrifiutabile per i partiti politici (ora più ostili a Monti anche a livello dialettico), ma il Governo non riesce a trovare le coperture economiche adeguate. La Fornero oggi ha proposto un prelievo del 25% sulle pensioni che vanno oltre le 200 mila euro lorde, provvedimento che sarebbe comprensibile a causa della grossa crisi economica ma sul quale si sprecano i dubbi di incostituzionalità.

Monti è ora in prima persona tra le Commissioni (che chiedono un rinvio all’iter di approvazione) ed a seguire ci sarà un Consiglio dei Ministri, già rinviato nel corso della giornata. Ancora poche ore, crediamo, e poi gli emendamenti più importanti arriveranno. Nel frattempo il taglio delle indennità parlamentari grazie ad un emendamento parlamentare non ha più una data sicura entro la quale verrà realizzata e la liberalizzazione dei taxi è stata eliminata (resta quella delle farmacie, ma si prepara una serrata per eliminare anche quella).

Tanto rumore per nulla insomma, Monti sta cominciando a capire le difficoltà della politica e lo spread da un paio di giorni è tornato ai livelli quasi degli ultimi tempi del Governo Berlusconi. I mercati non sembrano infatti nel complesso fidarsi degli ultimi pseudo-accordi di Bruxelles, che poco in realtà hanno mutato, per l’opposizione della Germania, nei riguardi del ruolo della Bce come protagonista che possa intervenire nel salvataggio delle singole economie dell’Ue.

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