In Giappone la cerimonia del tè, cha no yu, che significa acqua calda per il tè, ha assunto un significato sublime estetico, artistico e filosofico.
La cerimonia del tè esprime uno stile di vita: gli ospiti che vi partecipano devono trovare in questa condivisione un oasi di pace e tranquillità dalle ansie del mondo, dove la mente possa aprirsi a una serena meditazione. La cerimonia incarna la ricerca della bellezza della cultura giapponese, la cui raffinatezza si esprime attraverso la semplicità e la povertà delle cose. Basta una tazza di tè per soddisfare il bisogno umano di serenità.
Il maestro zen Sen No Soeki istituì questa cerimonia dettando quattro semplicissime regole:
1) Wa – armonia tra le persone e con la natura, armonia degli utensili e la maniera con cui vengono usati
2) Kei – rispetto verso tutte le cose e sincera gratitudine per la loro esistenza.
3) Sei– purezza interiore, ma anche nitore e pulizia delle cose che ci circondano.
4) Jaku -tranquillità e pace della mente, conseguente alla realizzazione dei primi tre principi
La base della filosofia della cerimonia del tè è l’armonia con la natura. Essa si svolge in piccole costruzioni in legno che sorgono all’interno di giardini con piante, acqua e rocce. Gli utensili sono in materiale naturale e variano a seconda delle stagioni dell’anno per risuonare sempre con la stagione.
La casa del tè è quasi spoglia. Gli utensili, poco decorati, hanno forme semplici e funzionali. Tutto è semplice, umile e frugale.