Ieri i sindacati si sono uniti in sciopero per chiedere maggiore equità nella manovra del governo Monti. Lo sciopero generale a fine turno si è propagato da Nord a Sud, seguito poi nel pomeriggio da un presidio davanti a Montecitorio, con i tre segretari, Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, uniti come non accadeva da tempo. La manovra di Monti ha creato un fronte comune tra i sindacati.
Il Presidente del Consiglio, Mario Monti, aveva cercato di riallacciare i rapporti, ormai alla deriva, con i segretari di Cgil, Cisl e Uil. Purtoppo le cose non sono andate come sperava, anzi pare sia arrivata la definitiva rottura. Susanna Camusso, segretario Cgil, ha così commentato il ritorno all’azione comune dei sindacati: “Le bandiere unite fanno un bell’effetto, è un’iniziativa importante in tutta Italia”. Solo a Bologna non si è riusciti a manifestare tutti uniti, a causa di insormontabili incomprensioni fra le tre sigle sindacali. La Camusso ha aggiunto: “Il paese chiede equità e che i sacrifici non ricadano sempre sui soliti noti”.
I temi principali dello sciopero sono stati quelli sollevati dai sindacati nella riunione con Monti. In primo luogo il fatto che per le rendite patrimoniali “non c’è uguale attenzione”; per cui con la manovra Monti il costo della crisi verrà pagato principalmente da lavoratori e pensionati, considerando la riforma del sistema previdenziale e il ritorno dell’Ici sulla prima casa. Il problema di fondo è poi quello che ha accomunato i tre sindacati: la manovra sembra essere depressiva, più che incitare la ripresa economica. Queste le parole di Bonanni: “Fino a ieri abbiamo chiesto che si rivedessero le norme sulle pensioni per evitare delle ingiustizie. Ma ci siamo sentiti ripetere che c’è una crisi incredibile e che bisogna fare una manovra rigorosa. Siamo d’accordo, ma vogliamo anche che sia equa”. Tutti i lavoratori scesi in piazza hanno condiviso questi punti fondamentali, tranne quelli di Torino, che hanno intrecciato lo sciopero con le proteste contro le decisioni recenti della Fiat.
Sul fronte della politica, una parte delle forze in Parlamento ha appoggiato lo sciopero sindacale. Di pietro ha definito lo sciopero “sacrosanto”e poi ha continuato dicendo: “Così pagheranno i pensionati, ma non l’ex presidente del Consiglio e nemmeno gli evasori fiscali che, a forza di non essere mai puniti, hanno quadruplicato in trent’anni i loro furti”. Anche il segretario del Pd, Bersani, pare che voglia avanzare delle richieste per rendere la manovra più equa. Per oggi è previsto un incontro fra lui e le forze sindacali, compresa l’Ugl.