Ha fatto un pò meno scalpore del resto delle misure previste nella manovra da 30 miliardi varata dal governo Monti, ma non per questo, quella che riguarda i controlli fiscali sarà meno importante e dirompente nella vita del cittadino-contribuente.
Era stata prevista già, sebbene in termini un pò diversi, dall’ex ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, che poi la stracciò a ottobre, per via dell’opposizione dentro la stessa maggioranza: parliamo della possibilità per lo stato di vigilare su tutti i movimenti di denaro sui conti corrente degli italiani, per verificare eventuali discordanze tra quanto dichiarato dal contribuente e quanto presente sul suo conto in banca.
Questa previsione, insieme alla tracciabilità dei conti, con il divieto di pagare in contanti sopra i mille euro, rappresenta una possibilità molto forte per l’Agenzia delle Entrate di fare i conti in tasca al contribuente, anche se il suo presidente Attilio Befera parla di misure già presenti negli altri Paesi europei, che ci consentiranno di portare rapidamente i livelli di evasione fiscale su quelli medi della UE.
Dal governo rassicurano che le eventuali difformità tra le dichiarazioni fiscali e i movimenti sui conti corrente non saranno di per sé sufficienti a prevedere sanzioni automatiche a carico del contribuente, ma semmai potranno essere oggetto di un contraddittorio tra lo stesso contribuente e l’Agenzia delle Entrate/Guardia di Finanza.
Sarà, ma dobbiamo essere consapevoli che da ora in avanti qualsiasi accredito o pagamento che venga effettuato dal nostro conto in banca o alla posta sarà tracciato e le banche avranno il dovere di selezionare i movimenti più “sospetti” e di inviarli al fisco, che poi valuterà se procedere contro il risparmiatore. Un Grande Fratello fiscale, da cui nessuno potrà sfuggire più!