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29° Edizione Torino Film Festival – Gran Premio Torino ad Aki Kaurismaki

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Selene Virdò

Istituito nel 2009, il Gran Premio Torino è un importante riconoscimento riservato ogni anno, a quegli autori capaci di apportare nuove modifiche e stimoli artistici al linguaggio cinematografico, giungendo alla creazione di innovativi canoni estetici. Nel 2011, il prestigioso premio è andato al regista finlandese Aki Kaurismaki, per il rigore, la sensibilità della sua rappresentazione del mondo contemporaneo, la visione rappresentativa di un’umanità semplice, normale, sempre più sola, confusa e alla spasmodica e significativa ricerca di rapporti veri.

Aki Kaurismaki (Orimattila, Finlandia, 1957), uno dei cineasti europei più originali degli ultimi vent’anni, dopo aver iniziato la sua carriera come critico cinematografico, ha deciso di fondare insieme al fratello Mika, la casa di produzione Villealfa Filmproductions, girando nel 1981 il suo primo film intitolato “La sindrome del lago Saimaa“. Nel 1983 è stata la volta di “Delitto e Castigo” e nel 1985 Calamari Union“. Dopo la pellicola on the road “Leningrad Cowboys Go America” (1989), ha diretto il film “La fiammiferaia“, premiato a Berlino nel 1990.

Nel 1992, sempre a Berlino, gli viene consegnato il Premio Fipresci per “Vita da bohème“, mentre nel 2002 vince il Premio della Giuria a Cannes, con il film “L’uomo senza passato“. Infine, sempre a Cannes, è tornato per presentare “Le luci della sera” (2006) e “Miracolo a Le Havre” (2011). Tutto il cinema di Kaurismaki scandaglia con estrema precisione, qualsiasi tipo di emozione o comportamento umano, perché le storie narrate passano tranquillamente dal farci sorridere per poi commuoverci, all’interno di vite quotidiane dove non accade nulla di particolare, dove prevale un ordinario fatto di povertà, malattie, disgrazie e tradimenti, che però, ed è questa forse la più bella magia del cinema di Kaurismaki, è abile nel donare ai personaggi della vicenda rappresentata, un solo e prezioso momento di riscatto dato da un incontro, un innamoramento, un’amicizia destinata a durare per sempre e che non tradisce.

Appassionato di cinema, musica e letteratura, oggi Kaurismaki è considerato un vero e proprio “cantastorie”, un uomo che ha ancora voglia di raccontare favole reali, vere, di persone autentiche e comuni, eroi ed eroine del nostro tempo che con dignità e grande umiltà, percorrono il faticoso sentiero della vita con coraggio e tenera leggerezza.

Le Havre / Miracolo A Le Havre di Aki Kaurismäki (Finlandia/Francia/Germania, 2011, 93’) – Storia dello scrittore bohémien Marcel Marx, che trasferitosi a Le Havre e abbandonata l’ambizione letteraria, decide di dedicarsi alla frequentazione del suo bar preferito, alla moglie Arletty e alla nuova professione di lustrascarpe. La vita scorre tranquilla, fino a quando Marcel incontra un ragazzino africano, immigrato clandestinamente in Francia. Diventandogli amico, cercherà di affrontare meglio sia la terribile malattia che ha colpito la moglie, sia la meschinità umana e la cecità della burocrazia occidentale, che davanti ai problemi e alle sofferenze degli altri, resta vergognosamente insensibile.

 

 

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Selene Virdò