Tante proposte per migliorare il decreto “Salva Italia” ma nulla è scontato

Finisce la corsa contro il tempo per avanzare correttivi alla prima manovra economica del governo di Mario Monti, alcuni condivisi a maggioranza, altri meno. Il Partito Democratico, tramite un emendamento del deputato Lino Duilio, torna a chiedere una aliquota aggiuntiva per i redditi più alti o un contributo di solidarietà per le pensioni dei privati oltre i 90.000 euro, così come già avviene per i pubblici dipendenti. Italia dei Valori invece, tramite il senatore Felice Belisario torna all’assalto delle spese militari (circa 20 miliardi) evidenziandone l’entità, più o meno coincidente con il costo della manovra, e critica la mancanza di tagli in questo settore: “Non si possono prosciugare le casse dello Stato per acquistare costosi quanto superflui armamenti e poi chiedere enormi sacrifici ai cittadini. Non si può giocare a Risiko con i soldi dei cittadini”.

Per quanto riguarda la tassa più pesante per le tasche dei cittadini, e cioè l’Imu (la nuova Ici), si sta pensando ad un forte alleggerimento sulla prima casa, anche in base al numero dei figli e al patrimonio familiare. Una proposta a cui starebbero lavorando congiuntamente Pd, Pdl e Terzo Polo nelle commissioni Bilancio e Finanze della Camera.

Una specifica soluzione viene da Bruno Tabacci, che al posto di un’unica franchigia di 200 euro per tutti, vorrebbe invece una imposta calmierata sul calcolo dell’Isee, una trovata che sembra piacere al relatore Pier Paolo Baretta che però frena l’entusiasmo, spiegando che nonostante i partiti stiano cercando un’intesa, si è ancora lontani dalla certezza dell’approvazione. Ancora, dopo le numerose polemiche suscitate dalla questione “Ici e Chiesa”, il Pd chiede di risolvere definitivamente tale ambiguità, mentre diversi deputati di Fli hanno avanzano l’idea di una istituzione presso il Ministero dell’Economia di una “Commissione paritetica mista Stato-Chiesa cattolica e altre confessioni religiose” per tentare di arrivare ad un accordo sul pagamento dell’Ici per gli edifici di proprietà dei vari culti, con i diretti interessati. Intanto continua il rebus sulla ritassazione dei capitali rientrati in Italia grazie allo scudo fiscale. Il problema non è più tanto aumentare l’aliquota dell’1,5% (decisamente bassa) ma trovare la giusta formula per non rischiare un autogol. I tecnici della Camera hanno infatti lanciato l’allarme sul fatto che “l’imposta straordinaria prevista dalla norma in esame potrebbe non trovare applicazione sul complesso dei capitali già emersi“.

L’inghippo potrebbe concretizzarsi quando i capitali “emersi” sarebbero stati già impegnati in altre attività finanziarie, oppure trasferiti ad un altro intermediario. Ulteriore ostacolo sarebbe l’anonimato delle dichiarazioni di emersione, che se violato da questa nuova operazione tributaria rischierebbe di sfociare nel pantano dei ricorsi in sede giudiziaria, facendo sfumare il tutto e causando un “effetto domino” sulle altre misure in via di approvazione.

Infatti, anche grazie ai rinnovati introiti provenienti dai capitali scudati, si starebbe portando avanti l’idea di arrivare a coprire le pensioni fino a 1400 euro dal congelamento della deindicizzazione per due anni.

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