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PDL studia legge elettorale su modello spagnolo

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Giuseppe Timpone

L’ex premier Silvio Berlusconi, che ieri era presente al Congresso del Partito Popolare Europeo, avrebbe in mente di giocare d’anticipo su uno dei nodi più importanti dei prossimi mesi: la legge elettorale. Secondo alcune fonti vicine al suo partito, il PDL convocherà la prossima settimana un vertice ad hoc, che riunirà una ventina di persone di primo ordine del partito per mettere insieme una proposta per la nuova legge elettorale da presentare poi alle controparti politiche entro Natale. Si tratterebbe secondo i bene informati di un modello elettorale molto simile a quello spagnolo e ripartirebbe proprio da una bozza di legge studiata quattro anni fa dal veltroniano Vassallo, ai tempi in cui il governo Prodi era nella fase morente. Tale legge prevederebbe una ripartizione dei seggi su base proporzionale, ma grazie anche alle circoscrizioni più piccole, la spartizione dei resti premierebbe soprattutto i grandi partiti.

Già allora era stato stimato l’effetto di tale legge: premierebbe i grandi partiti del 5%, sottostimerebbe i medi partiti intorno all’1%, mentre penalizzerebbe pesantemente le piccole formazioni.

Quindi, il modello Vassallo andrebbe bene a partiti come PDL e PD, non farebbe danni a quelli come Lega e UDC, mentre ridurrebbe fortemente il peso di finiani e dipietristi, sempre che alle prossime elezioni superino la soglia per entrare in Parlamento. Incognita sulla sinistra radicale, che non è in Parlamento dal 2008, ma che i sondaggi darebbero a percentuali più alte di tre anni fa. Ma il PDL vorrebbe anche occuparsi dello snellimento dei regolamenti parlamentari, che rappresentano uno dei fattori di rallentamento dell’attività legislativa.

Non pare che ci siano in programma incontri pubblici tra le parti, anche perchè da quando è caduto il governo Berlusconi si tende ormai a fare politica dietro le quinte e senza esporsi. E’ così in queste settimane anche per apportare le modifiche alla manovra finanziaria di Monti.

L’obiettivo del PDL è di riavvicinarsi a UDC e Lega Nord, anche se i toni tra centristi e i berlusconiani non sono affatto granché distensivi. Occasione di scontro è stato proprio il Congresso del PPE, che ha visto Rocco Buttiglione parlare di “funghi porcini avvelenati”, a proposito della possibilità di un’alleanza con il PDL. Per tutta risposta, il segretario Alfano ha evidenziato come l’UDC sia un bonsai rispetto al suo partito.

 

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Giuseppe Timpone