La manovra finanziaria del governo Monti sta suscitando critiche a non finire. Fin dal suo insediamento politico, il professore ha dichiarato che ci sarebbero stati dei sacrifici, ma che non si sarebbe trattato di lacrime e sangue, ma alla fine quando è stata presentata la manovra, ci ha pensato il ministro Fornero a versare le lacrime, mentre il sangue hanno iniziato a versarlo gli italiani che si sono recati a fare il pieno in questi giorni.
Piovono le critiche anche dall’ Unrae che ritiene sconcertanti le misure adottate da questo governo per tentare di salvare l’Italia dal crollo finanziario che sembra sempre più vicino.
Le critiche riguardano principalmente le accise che hanno colpito l’intero parco dei carburanti: è il gasolio quello che viene “massacrato di più” con un aumento pari al 23%, ma aumentano le accise anche su metano e GPL.
In pratica, in media un litro di benzina verde e uno di gasolio costano ormai circa 1,70 euro. Un aumento delle accise che ha alzato il prezzo del gasolio agli stessi livelli della benzina e che ora ritoccando il GPL non renderà conveniente più l’acquisto di una vettura alimentata a gas (a meno che non si percorrano un numero di chilometri significativi in un anno).
Tra l’altro Gianni Filipponi, direttore generale dell’Unrae, critica pesantemente anche la decisione di applicare il superbollo per tutti i bolidi con potenza compresa tra i 186 e i 225 kW, che è aumentato da 10 a 20 euro per ogni kW in più, e che considerando che il mercato dell’auto è in forte crisi, questo tipo di manovra non riuscirà certo a migliorare la condizione del mercato delle auto, mentre ad aumentare saranno i costi di gestione delle auto, che sono tra i più elevati in Europa.