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Russia, Putin si candida per Cremlino tra proteste di piazza

Published by
Giuseppe Timpone

A quattro giorni dalle elezioni politiche in Russia, che hanno sancito una vittoria per un soffio per Russia Unita, il partito del premier Vladimir Putin e del presidente Dmitri Medvedev, le polemiche sui risultati non solo non sembrano spegnersi, ma stanno subendo una loro intensificazione, come dimostrano gli arresti che questa notte sono stati compiuti nei confronti di un centinaio di manifestanti, che insieme ad altre circa 200 persone hanno protestato vivacemente su uno dei marciapiedi della Prospettiva Nevski contro i presunti brogli in favore del premier. Non è bastato a larga parte dell’opinione pubblica un esito elettorale che ha fortemente e con clamore ridimensionato lo strapotere della coppia politica più influente delle Russie: gli oppositori chiedono nuove elezioni, dopo che sono stati diffusi sul web alcune prove di risultati alterati per favorire Russia Unita.

Tuttavia, tra le stesse opposizioni, non tutti cavalcano la piazza. Lo fanno esplicitamente i comunisti di Ziuganov, tra i vincitori di queste elezioni, non perché abbiano ottenuto la maggioranza, bensì perché il loro 20% dei consensi e i 92 seggi ottenuti rappresentano quasi un raddoppio dei risultati di soli 4 anni fa.

Le altre formazioni che hanno superato lo sbarramento del 7%, come i liberal-democratici di Zhirinovskji e Russia Giusta non sembrano volere seguire gli istinti della piazza, anche se vorrebbero che il Cremlino ammettesse che alcuni episodi sarebbero davvero dubbi. E sia Putin che Medvedev, in realtà, non stanno sottovalutando quando accade in questi giorni. Un calo dei consensi era atteso, ma non in queste dimensioni. I sondaggi della vigilia assegnavano a Russia Unita intorno al 53% dei consensi e dei seggi, mentre alla fine si sono dovuti accontentare del 49,5% e di 239 seggi.

Putin è stato esplicito lo scorso martedì. Nel governo ci saranno cambiamenti per captare il sentimento e la voglia di rinnovamento che sono emersi dall’esito delle urne di domenica scorsa. E non si esclude ora che anche nell’esecutivo il premier possa aprire a presenze esterne al suo partito, come Russia Giusta, nato da ex putiniani, come la coppia aveva palesato, commentando il risultato elettorale.

Ieri, intanto, il premier ha formalizzato la sua candidatura per il Cremlino, per le elezioni presidenziali del prossimo 4 dicembre. I sondaggi sono unanimi nel prevedere una sua vittoria scontata e larga. Ma quello che sta accadendo in questi giorni potrebbe preludere a un’altra probabile sorpresa anche nelle dimensioni del trionfo tra tre mesi.

 

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Giuseppe Timpone