Il leader centrista François Bayrou ha sciolto la riserva e ha formalizzato la sua candidatura per le prossime elezioni presidenziali, il cui primo turno si terrà alla fine di aprile. Già ministro dell’Educazione dei governi Balladur e Juppé, Bayrou, 60 anni, ha una formazione cattolica, è praticante e viene da una famiglia di agricoltori. Ha già corso due volte per l’Eliseo, sia nel 2002 che nel 2007. L’ultima volta si è piazzato terzo, mentre oggi viene accreditato per un quarto posto, dopo Hollande, Sarkozy e Le Pen, con un gruzzolo di voti tra il 7 e il 9%, ma comunque non tale da sfondare al primo turno. E c’è massimo riserbo sul candidato che potrebbe appoggiare al secondo turno. La candidatura di François Hollande per i socialisti lo potrebbe fare pendere in favore della gauche, dato il carattere mite e le inclinazioni moderate di questi. Ma il corteggiamento di Sarkozy sarà altrettanto forte.
Presentando la propria candidatura, Bayrou ha espresso il suo convincimento che la Francia stia male e che negli ultimi anni abbia imboccato la strada sbagliata, mirando a darsi l’immagine di uomo in grado di dare una sterzata al Paese.
E se i tempi cambiano, anche la comunicazione politica deve adeguarsi e così fa pure il centrista, che in genere è maggiormente a suo agio tra le persone che con una tastiera di computer. Invece stavolta ha deciso di fare il suo sbarco nel mondo variegato e complesso degli internauti, il cui linguaggio è davvero molto diverso da quello più formale e spesso ingessato della politica e delle istituzioni. Ieri Bayrou ha voluto rispondere su Twitter per circa un’ora alle centinaia di domande di altrettanti francesi, i quali gli hanno chiesto di tutto: dai privilegi dei parlamentari alla crisi dell’agricoltura, agli scandali in politica.
Per l’esattezza, il centrista ha risposto a 44 domande, per la media di una al minuto. Qualche emoticon utilizzato lo ha reso più vicino al linguaggio dei potenziali elettori sul web, ma non è bastato a farlo balzare al primo posto tra i più “cinguettati”. Il podio vede in testa il presidente Sarkozy, con oltre 117 mila cinguettii e il socialista Hollande, citato più di 79 mila volte.