Monti tutta la vita! Era lo slogan del PD di Bersani, frutto dell’euforia per la caduta del governo Berlusconi, che avrebbe aperto a una riscossa della sinistra in Parlamento e nel nuovo governo. E questa euforia è durata due settimane, un sentimento costante fin troppo prolisso per la poco coerente linea politica del PD. Ma domenica scorsa accade qualcosa che mette i Democratici con le spalle al muro e li rende pallidi in volto. Le pensioni sono state assassinate. Altro che Sacconi, altro che Berlusconi che voleva fare cassa sulle spalle dei poveretti. Si introduce uno scalone, alto quanto un palazzo, oltre che restrizioni all’uscita dal lavoro che non erano neppure state immaginate dai poco fantasiosi dirigenti del PD.
Vendola e Camusso ce l’hanno messa tutta per non rovinare la festa della caduta del nemico, ma non ce l’hanno fatta. Perchè la politica è politica, ma la base è esplosa in uno scontento che nemmeno negli anni più impopolari dell’era Berlusconi si era vista.
E adesso che fare? Possibile che tanta rabbia e malcontento possano essere lasciati nelle mani dei post-comunisti del poeta Vendola e che la Cgil vada per la propria strada? Possibile rompere con tutti e poi perdere le elezioni, se non altro perchè si è rimasti soli? E allora ecco un piano B che già circola tra gli scranni di Montecitorio e che tornerà ad animare il dibattito politico delle prossime settimane. Perchè, diciamocelo: questo primo mese senza polemiche politiche, dopo la caduta di Silvio, ci ha già annoiati. Lo stesso Benigni è sembrato fuori dal mondo quando ha infierito contro l’ex premier allo show di Fiorello su Rai Uno. Ma non è colpa sua. Su Monti e l’attuale situazione politica francamente non ci sarebbe granché da scherzare.
E il piano B del PD è questo. A gennaio il premier dovrebbe presentare la riforma dell’art.18, forse il tema più sensibile per post e comunisti in tutta la Seconda Repubblica. Il PD non vuole votare la riforma, ma neanche offrire la sensazione di tirarsi indietro per paura. Quindi il partito di Bersani, come promesso al Quirinale, avallerà tutto sulla manovra, anche se si reintroducesse la pena di morte. Ma dopo Natale, smaltito il panettone indigesto, il PD chiederà che Monti, avendo fatto bene il proprio lavoro, lasci al più tardi a febbraio, per ridare la parola agli italiani.
Il conto alla rovescia è iniziato. Si attendono le contromosse dal mondo di Silvio!