Rubano un corno di rinoceronte al museo, ma è solo una copia

Pensavano di aver rubato un oggetto di inestimabile valore, in realtà il corno che avevano sottratto al museo era solo una copia fedelissima in poliuretano, una resina.

In seguito alla notizia dell‘ultimo rapimento di tre corni nel museo della Specola di Firenze la scorsa estate, al museo di Milano hanno ben pensato di mettersi ai ripari da possibili furti. Per questo motivo sono stati riprodotti i due corni appartenenti al museo milanese per sostituirli a quelli originali esposti in due diverse sale del museo.

I furti di corni nei musei sono aumentati moltissimo negli ultimi tempi. Si pensa che dietro tutto questo ci sia una banda che agisce in tutta Europa e che ora è arrivata in Italia. Prima del furto nel museo di Firenze, erano stati segnalati altri furti nel museo inglese di Ipswich e nel museo portoghese di storia naturale dell’università di Coimbra. Come per il museo milanese, anche in altri musei europei i corni sono stati sostituiti da copie identiche di bassissimo valore economico.

Dall’analisi dei filmati girati dalle telecamere di sorveglianza sparse nelle varie sale del museo si spera di poter ricavare informazione sui ladri di corni. Il custode del museo ha dichiarato di aver sentito il rumore della vetrina frantumata, ma ha aggiunto che al suo arrivo i ladri si erano già dileguati.

Ma perchè tanto interesse per i corni di rinoceronte? Secondo alcune leggende la polvere ricavata dal corno sarebbe un ottimo eccitante naturale; inoltre sembra che da qualche anno si sia aggiunta a questa leggenda anche quella che vede la polvere di corno come un rimedio contro il cancro. In Asia la polvere ricavata dal corno viene venduta a circa 60 euro al grammo, portando i bracconieri ad uccidere in maniera incontrollata i pochi esemplari di rinoceronte ancora in vita.

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