Attualmente il limite per i pagamenti in contante, oltre il quale scatta l’obbligo della tracciabilità, è fissato in 2.500 euro, ma quali problemi sorgerebbero qualora tale limite fosse ridotto in tempi brevi a poche centinaia di euro? Ebbene, secondo la Federconsumatori non ci sarebbero al riguardo dei problemi di sorta per le famiglie; questo perché in media ogni giorno gli italiani spendono 13 euro per gli alimentari, ed una media di 80 euro giornalieri in tutto. Certo, capita più o meno frequentemente di comprare per importi superiori magari per un articolo per la casa, o ad esempio articoli di abbigliamento e calzature per rinnovare il guardaroba.
Ma in questi casi non si vede quale sacrificio debbano fare i consumatori nel pagare con Bancomat o con la carta di credito; ed il tutto fermo restando che come strumento di tracciabilità ci sono anche gli assegni bancari. Ecco perché abbattendo la soglia della tracciabilità, ad esempio a 300 euro, i benefici antievasione sarebbero rilevanti a fronte di sacrifici zero a carico dei consumatori, dei cittadini, e delle famiglie oneste.
Il tutto fermo restando che, secondo la Federconsumatori, l’abbassamento della soglia di tracciabilità deve muoversi di pari passo con l’abbattimento delle commissioni applicate sui pagamenti con la moneta elettronica. Altrimenti con la crescita delle transazioni con moneta elettronica gli esercenti scaricherebbero le commissioni sui consumatori attraverso un inevitabile ed inesorabile aumento dei prezzi. Cosa da evitare visto che i rincari sono imperanti, e visto che l’inflazione viaggia attualmente ben oltre il livello del 3%.