Si sono già aperti i 90 mila seggi sparsi per tutta la Russia per le elezioni che dovranno rinnovare i 450 deputati della Duma. Le urne si chiuderanno quando in Italia saranno le ore 18, ma i risultati preliminari non saranno comunicati prima dell’alba di domani (ora italiana). Per effetto del fuso orario, alcune regioni orientali hanno iniziato a votare già ieri sera e quando era il mezzogiorno per l’ora locale, l’affluenza risaltava pari a non meno del 40%, un dato che dovrebbe confermare la tendenza a recarsi al voto più delle scorse elezioni del 2007. Quanto all’esito delle elezioni, non ci sarebbero dubbi su chi le vincerà, ma molto dipende dall’ampiezza della vittoria. Il partito del premier Putin e del presidente Medvedev, Russia Unita, viene accreditato di un ottimo 53%, ma che sarebbe nettamente inferiore al 65% di 4 anni fa, quando ottenne una maggioranza di 315 seggi. Oggi i sondaggi gli assegnano una media di 253 seggi, al di sotto della soglia costituzionale, per riformare la Carta fondamentale da soli.
Quanto alle altre formazioni politiche, non sono in tante ad avere la speranza di entrare al Parlamento. Questo anche per effetto della legge elettorale proporzionale, che prevede una soglia di sbarramento al 7%. In più, molti movimenti molto minoritari denunciano una mancanza di accesso all’informazione.
L’exploit dovrebbero registrarlo i comunisti di Ziuganov, che oggi potrebbero raggiungere i 94 seggi, contro i 57 attuali, attestandosi quale secondo partito del Paese. In ascesa, ma contenuta, anche il Partito liberal-democratico di Zhirinovskij, il controverso leader ultra-nazionalista, noto più per le sue stravaganze personali, che per proposte politiche serie. I sondaggi della vigilia gli assegnerebbero 59 seggi. Russia Giusta, che faceva parte dei movimenti in favore di Putin, viene data a 44 seggi. Complessivamente, dunque, tutte le opposizioni arriverebbero vicine alla soglia dei 200 seggi, un risultato notevole e superiore ai 135 seggi complessivi della legislatura uscente.
Tuttavia, fioccano le polemiche sulla regolarità del voto, che molti oppositori denunciano essere frutto di pressioni a livello locale da parte degli uomini dell’apparato amministrativo vicino al premier Putin. Pare che il maggiore blog della Russia, LiveJournal sia stato oscurato, così come i maggiori siti critici verso il potere e questo ha infiammato le polemiche.
Secondo una recente rilevazione, un elettore su due considera truccato il voto di oggi. Forse questo è un po’ troppo. Più corretto affermare che il risultato di oggi sarebbe determinato da un’assenza di reale alternativa credibile alla coppia Putin-Medvedev, oltre che a un potere molto forte di controllo delle istituzioni e dell’informazione dei due.