Norvegia, Breivik: non sono pazzo. Non capite mia ideologia

Il 32enne norvegese Anders Behring Breivik, che lo scorso 22 luglio compì una strage che uccise 77 persone con un’auto-bomba a Oslo e poi massacrando un gruppo di giovani sull’isola di Utoya, non ci sta ad essere definito uno “schizofrenico paranoide” da parte della perizia psichiatrica che il tribunale di Oslo ha fatto eseguire sulla sua persona. Due esperti lo avrebbero così definito, cosa che gli consentirebbe di evitare il carcere e di andare “solo” in un manicomio. Tuttavia, la questione sembra girare proprio intorno alle falle del generosissimo sistema penale norvegese, che nel caso in cui Breivik fosse considerato capace di intendere e di volere, lo condannerebbe a non oltre 21 anni di carcere. Male che vada, in questo caso, a 53 anni lo stragista sarebbe fuori, facendosi beffa di numerosissime vittime, tra cui quasi tutti giovanissimi.

Al contrario, nel caso in cui fosse considerato anche solo momentaneamente incapace di intendere e di volere all’atto della strage, egli sarebbe internato in un reparto psichiatrico, ma il rischio per il 32enne sarebbe di finire lì la sua vita, dato che potrebbe essere previsto un trattamento a vita nel manicomio.

Per questo, nel processo che inizierà formalmente il prossimo 16 aprile, si prevede una guerra tra perizie tecniche, anche se il giudice difficilmente rigetterà la tesi dei periti del tribunale, in conformità alla consuetudine qui in Norvegia. E Breivik continua nelle sue esternazioni, affermando che i due psichiatri che lo hanno visitato non capiscono nulla della sua ideologia, ribadendo di non essere pazzo, ma di avere fatto tutto in ossequio all’ideologia che persegue e ritenendosi al contempo non colpevole della strage, cioè egli avrebbe agito quasi per “autodifesa” contro lo stato criminale che vorrebbe creare una società multi-etnica.

Il responsabile della strage estiva è un massone, per sua stessa ammissione, sebbene la loggia di appartenenza abbia preso completamente le distanze da quanto accaduto. Sono, tuttavia, molti i dubbi su come abbia potuto agire indisturbato per oltre un’ora, realizzando un vero massacro, senza che nessuno sia intervenuto.

Sul web, come spesso accade per episodi del genere, si scatenano tesi complottiste, che vorrebbero Breivik essere solo un agente materiale di un piano studiato a livelli ben più alti. Ma dietrologia a parte, gli errori della polizia di Oslo sono così evidenti che gli agenti hanno dovuto chiedere scusa il giorno dopo la strage.

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