Per la manovra finanziaria del Governo Monti, che sta prendendo forma proprio in queste ore, serve equità. A ribadirlo è stato il leader della Cgil, Susanna Camusso, la quale è molto preoccupata per le misure in materia di pensioni che, se confermate, rischiano di incidere e non poco sulle lavoratrici, sui lavoratori e su milioni di famiglie italiane. Quello che la Cgil nei giorni scorsi ha definito come il numero magico, il 40, rischia infatti di saltare in quanto le attese sulla manovra indicano che di anni di contributi per andare in pensione ben presto ne serviranno di più per i lavoratori, uomini e donne.
Il sistema contributivo Inps, inoltre, rischia di andare letteralmente in pensione, anzi in soffitta, in maniera brusca con la conseguenza che salteranno tutti i piani di decine di migliaia di pensionandi che in questi ultimi anni, a causa di finestre e finestrine varie, stanno letteralmente inseguendo la pensione vedendosela scappare di anno in anno.
Incombe inoltre anche la stretta sulle pensioni di vecchiaia per le donne; ad oggi la pensione di vecchiaia per le donne si può percepire a 60 anni, ma il limite di età dovrebbe crescere nei prossimi anni in linea con l’aumento delle aspettative di vita fino ad arrivare, si stima, a ben 66 anni dal 2018. E così, se per la Confindustria la manovra è necessaria, i Sindacati invece mostrano una contrarietà di fondo che non riguarda solo la Cgil, ma anche la Cisl e la Uil che preferirebbero misure più incisive a carico di chi evade, dei più ricchi e, in generale, di chi in questi anni di crisi è stato poco “scomodato”.