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Russia, già si vota all’estero. Appello di Medvedev per “scelta giusta”

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Giuseppe Timpone

Tra due giorni si apriranno i 90 mila seggi sparsi in tutta la Confederazione russa per rinnovare la Duma in quelle che si annunciano già le elezioni politiche più interessanti degli ultimi anni. Ma già oggi i russi all’estero potranno iniziare a votare nei 145 stati con cui Mosca intrattiene rapporti diplomatici. Una commissione elettorale è stata spedita persino nell’Artico russo per permettere a qualche possibile abitante tra i ghiacci di esprimere il suo voto. E il Cremlino ha confermato ieri che sarebbe stata rispettata la par condicio tra i vari partiti in TV durante la campagna elettorale, mentre alcune opposizioni lamentano la scarsa presenza dei gruppi più piccoli. Ad ogni modo, ieri il presidente Dmitri Medvedev ha voluto intervenire, alla fine della campagna elettorale, appellandosi al popolo russo affinchè vada al voto e scelga il candidato e il partito che potranno fare meglio gli interessi della madre patria, che abbiano dimostrato esperienza nella gestione della crisi e che si siano dimostrati capaci.

Medvedev è anche il capolista di Russia Unita, il partito che condivide con il premier Vladimir Putin, che ha formalizzato solo una settimana fa la sua candidatura alle presidenziali di marzo.

I sondaggi direbbero che la partecipazione al voto dovrebbe essere maggiore di quella di 4 anni fa. La vittoria dei conservatori di Russia Unita non è in discussione, ma il dubbio resta sulle sue dimensioni. Alle scorse politiche, il partito prese oltre i due terzi dei seggi, a quota 315. Oggi sembra molto lontana la possibilità anche solo di sfiorare tale risultato, perchè negli ultimissimi mesi la formazione politica del capo del governo e del Cremlino è oggetto di un calo di consensi che si attesterebbero intorno al 53%, con circa 253 seggi. Dunque maggioranza sì, ma non quella dei due terzi, necessaria per modificare la Costituzione.

Resta da vedere dove andrebbero i voti in fuga. Gli ultimi sondaggi assegnerebbero un’ascesa di consensi per il Partito Comunista di Ziuganov, nostalgico della Russia bolscevica, che potrebbe aumentare la sua presenza alla Duma di 37 deputati. Altri vincitori relativi delle urne potrebbero essere i liberali nazionalisti dello stravagante Zirinovsky, che dovrebbe passare a una cinquantina di deputati. Il blocco progressista Yobloko potrebbe anche ottenere un discreto successo, ma in ogni caso nulla di paragonabile a Russia Unita.

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