L’ex speaker della Camera dei Rappresentanti, il Repubblicano Newt Gingrich, è in testa nei sondaggi per la corsa alla nomination del partito in vista delle presidenziali dell’anno prossimo. Secondo l’Insider Advantage Poll, Gingrich staccherebbe di ventiquattro punti Mitt Romney in Florida, attestandosi al 41% contro il 17% del candidato mormone. E la Florida sarà uno stato-chiave per i Repubblicani. Ma ad assegnare al 68enne le chance di una vittoria del tutto inattesa contro gli avversari sono anche i sondaggi sull’Election Day, cioè quelli sulle presidenziali vere e proprie. Il Rasmussen Report indica Gingrich al 45% contro il 43% di Obama. Insomma, il Repubblicano potrebbe anche vincere le elezioni e arrivare alla Casa Bianca. E ciò che stupisce è che l’uomo è rimasto fino ad ora ai margini del dibattito per la nomination, non per le sue idee, quanto perchè tutta la visibilità si è concentrata prima sul governatore texano Rick Perry, poi su Mitt Romney e, infine, su Herman Cain.
Ma quest’ultimo, imprenditore di colore della catena della pizza “Godfather”, è sommerso da accuse di molestie sessuali e amanti, che lo stanno logorando giorno dopo giorno, al punto da meditare il ritiro dalla corsa elettorale.
Gingrich, al contrario, sembra inossidabile, per la sua esperienza di leadership del partito, che ha rappresentato degnamente come speaker tra il 1994 e il 1999, riuscendo a bloccare la riforma sanitaria del presidente Bill Clinton e a tallonarlo costantemente. E lo stesso ex presidente, in un’intervista a un quotidiano conservatore, ha quasi sponsorizzato l’ex rivale, definendolo un uomo leale e apprezzabile nelle sue capacità, in grado di attirare il voto degli indecisi e degli indipendenti. Certo, magari Clinton vorrebbe più che altro scombinare le cose in casa GOP, mettendo in difficoltà il già favorito Romney, ma l’attestato di stima sembra che stia portando bene a Gingrich, in testa un po’ per tutti i sondaggi.
Ma con l’accendersi dei riflettori sulle sue inattese chance di vittoria, inevitabili arrivano pure i presunti scandali legati al suo operato politico. La stampa ha pubblicato una lista di nomi favoriti dal candidato ai tempi in cui alla Camera, si racconta, facesse il lobbista dell’industria medica, accumulando milioni di dollari in pochi anni.
Tutto lecito, nessuna legge sarebbe stata infranta, ma è chiaro il tentativo di screditarlo. Cosa che al momento non sembra riuscire ai suoi detrattori. Sarà il ritorno alla Casa Bianca di un presidente cattolico?