In un’intervista a “Repubblica”, il presidente della Consob, Giuseppe Vegas, non esita a definire inaccettabili e paradossali i criteri di valutazione Eba per le banche, che penalizzano fortemente quelle italiane. In sostanza, Vegas parla di un sistema bancario fortemente illiquido e paventa il rischio di “credit crunch”, qualora si continuassero ad applicare i criteri dell’associazione bancaria europea.
Il paradosso per il presidente della Consob è che i titoli di stato italiani devono essere valutati dalle banche, che li hanno in portafoglio, a prezzi di mercato, causando ciò un loro deprezzamento, rispetto ai valori di rimborso. Questo determina un effetto negativo sul patrimonio delle banche italiane, che posseggono titoli di stato nostrani per 160 miliardi.
Al contrario, sostiene Vegas, i titoli tossici, ossia i legati ai cosiddetti mutui “subprime”, che hanno scatenato la crisi, paradossalmente vengono considerati più solidi dall’Eba, malgrado le banche europee ne posseggono per il 65,3% medio del loro patrimonio di vigilanza, contro appena il 6,8% delle banche italiane.
In altri termini, le nostre banche sono esposte mediamente dieci volte in meno delle altre sul fronte dei titoli a rischio, ma vengono penalizzate nei calcoli sui ratios patrimoniali, perchè posseggono bot e btp.
Per questa ragione, prima che la illiquidità forte del sistema non porti a un tracollo dell’intera economia nazionale, Vegas ha invitato la Banca d’Italia a intervenire, per chiedere in Europa che tali criteri vengano modificati. L’Italia dovrebbe battersi a tutti i livelli, ha aggiunto, perchè c’è il rischio di un corto circuito a danno del credito per le famiglie e le imprese, che blocchi il sistema intero.